Vincevano sempre loro, le Assicurazioni Generali. Prendevano tutto, facevano tabula rasa, mai lasciate alla concorrenza neppure le briciole. Le Generali si aggiudicavano sistematicamente le gare sulle coperture di infortuni. E la cosa, a lungo andare, con il ripetersi dell’esito, ha sollevato sospetti. Possibile mai e perché accade tutto ciò con incredibile puntualità e certezza? È scattata l’inchiesta sulle Ferrovie dello Stato e un po’ tutti a chiedersi dove fossero finite sessantasei pratiche sospette. Una patata bollente nelle mani dell’amministratore delegato Gianfranco Battisti e del presidente Vittorio Castelli, nominati nel 2018 dal governo Conte, appena insediato. Questi i fatti, ampiamente certificati da cronaca e storia. L’attuale ad Gianfranco Battisti ottenne nel 2014 un risarcimento di 1,6 milioni di euro per un caduta in bagno durante una domenica di lavoro. Due deputati di Italia Viva, nel 2019, presentarono un’interrogazione parlamentare su quel risarcimento e sulla gestione delle gare d’appalto per le assicurazioni di Ferrovie. La Guardia di Finanza si è presentata mercoledì nella sede di Ferrovie per acquisire la documentazione relativa agli affidamenti dei servizi assicurativi dal 2013 a oggi. Il pm un sospetto ce l’hanno e non lo nascondono. Ipotizzano la corruzione e che, per assicurarsi gli appalti, Generali abbia concesso polizze e indennizzi molto generosi ai dirigenti Fs. Comunque, non si sa come, sessantasei liquidazioni tutte con tanti zeri sono svanite nel nulla, consegnate all’oblio. Emergono inquietanti dettagli che alimentano più di un dubbio sulla corretta gestione del gruppo Ferrovie. Anche per l’assegnazione degli appalti, non solo per le assicurazioni. Paolo Ielo, procuratore aggiunto, e i sostituti Claudia Terracciano e Fabrizio Tucci hanno chiesto agli investigatori della Guardia di Finanza di acquisire l’intera documentazione. Ma su che cosa? Su tutte le gare bandite da Ferrovie per l’affidamento dei servizi assicurativi a partire dal 2013. Il sospetto è che gli appalti venissero assegnati sempre alla stessa compagnia, la Generali. La società assicurazione si disobbligava nella maniera sopra evidenziata. Con pagamenti generosi o disponendo polizze vantaggiose ai dirigenti che di quelle gare dovevano decidere. I consulenti degli investigatori hanno visionato gli ultimi dieci anni. Il gruppo ferroviario, intanto, rispetto al 2011, ha dimezzato le sue spese assicurative. Settantaquattro milioni nel 2011, trentasette nel 2018, con un incremento a quaranta per il 2019. Assicurazioni Generali esercita un poderoso costante dominio sulla concorrenza, è suo l’89,5% delle polizze stipulate da gruppo. Il giro d’affari è di oltre mezzo miliardo. La compagnia assicuratrice ha incassato da Ferrovie quasi 493 milioni, tra il 2011 3 il 2019. I pubblici ministeri contestano questo privilegio. Secondo l’accusa, Generali si assicurava grazie ai favori dei dirigenti. "Anomalie nell’archiviazione delle pratiche", sottolinea Pwc nel suo report. I revisori sono addirittura più decisi, a fronte di una richiesta milionaria di circa seicento pratiche di sinistri con Generali, relativi agli infortuni di dirigenti. Mancano sessantasei fascicoli, spariti. Un aspetto, questo, che presenta aspetti strani e veicola il pensiero, se non il sospetto pieno, in direzione del maxi risarcimento ottenuto dall’attuale amministratore delegato, Gianfranco Battisti. All’epoca responsabile dell’Alta Velocità, il manager avrebbe ricevuto nel 2014 quel milione e seicentomila euro per una caduta in bagno, "in una domenica di lavoro". Ma c’è di più, e non è poco. Nel 2018, l’allora ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli. lo volle al vertice del Gruppo Ferrovie. E proprio in quella occasione due deputati di Italia Viva chiesero conto e ragione di quel risarcimento record. Liquidato, come sempre e come prima, da Generali. Anche questo inquietante passaggio è all’attenzione dei pubblici ministeri. E non viene esclusa la possibilità che possano esserci ulteriori analoghi episodi di aggiudicazioni sospette. L’ad Battisti, fin dal momento del suo arrivo in Ferrovie, ha ristrutturato i vertici dell’azienda. Immediata l’esclusione di dirigenti che stavano lì da tempo . La guerra, ora, è più che mai all’interno dell’azienda. C’è chi sostiene che l’ad abbia effettuato le sue mosse per zittire i dissidenti e continuare così, senza problemi e nessun ulteriore intoppo, gli affari con Generali, in grado di confermare sempre la propria generosità verso Ferrovie. Generosa a sua volta con la società assicuratrice. Tutto vero, almeno così sembra. Comunque solo voci, per il momento. Ma i pm sono al lavoro. L’inchiesta promette di fare luce totale sulle sessantasei polizze "finite sul binario morto di Ferrovie dello Stato".

FRANCO ESPOSITO