“Nel pieno di una pandemia planetaria e dinanzi ad una gestione lacunosa e confusionaria dell’emergenza nelle nostre sedi oltre confine, ci viene ribadita la priorità dell’autonomia finanziaria e gestionale delle singole sedi ai sensi del DPR 54 del 2010 e la responsabilità del Capo Missione verso la scurezza del personale: insomma una lavata di mani con l’arroganza di farla in punta di diritto”.

Lo dichiara in una nota l’Unsa Esteri commentando la replica fornita dal Maeci in queste ore ad un’interrogazione posta dall’onorevole Nissoli circa le iniziative a tutela della sicurezza del personale del Maeci nelle sedi estere.

“Sappiamo bene che lo sventolato dpr 54/2010 non contempla il modus operandi amministrativo da adottare in piena emergenza sanitaria internazionale – spiega – e che le iniziative definite dal Maeci, evidenziate anche nella replica, non sono state recepite allo stesso modo dalle singole sedi, malgrado lo scenario sanitario ed epidemiologico del singolo Paese fosse palesemente complesso”.

Mole di lavoro triplicata, assenza di personale sia per conclamate vacanze sia per contagi da covid-19, unitamente al moltiplicarsi di sedi chiuse e alla mancanza di specifiche linee guida sull’attuazione del lavoro agile stanno complicando enormemente il lavoro del personale all’estero senza chi vi sia stata un’indicazione chiara dalla sede centrale, che ha affidato al buon cuore e alla responsabilità dei singoli lavoratori le sorti di intere comunità. Tutto questo è inaccettabile”.

“Al di là delle favole che ci sono state narrate dal Maeci circa l’ottimale dematerializzazione e digitalizzazione dei servizi e delle operazioni amministrative e dell’efficienza operativa oltre confine – continua – ci troviamo dinanzi a casi di impiegati costretti ad esporsi a notevoli rischi in ragione dell’assenza di una corretta e programmata organizzazione del lavoro e delle priorità’”. Alla vigilia di uno dei momenti più bui dell’emergenza sanitaria invochiamo una maggiore responsabilizzazione di Roma nella gestione operativa delle sedi, in deroga alle più volte ribadita autonomia delle sedi, in ragione del carattere straordinario della contingenza sanitaria, sociale ed economica attuale”.