Si tratta di un programma creato dalla Architectural Association School of Architecture di Londra, che porta i propri docenti in differenti città del mondo per offrire un corso intensivo con la metodologia di lavoro dell'istituto.

Ecco allora che la scuola di architettura inglese è arrivata in Bolivia a El Alto con dieci studenti selezionati. A portare questo nuovo modo di fare architettura sono stati due docenti italiani, Lorenzo Perri e Sabrina Morreale i quali per tre settimane hanno sviluppato il progetto, con gli allievi ovviamente, ma anche con incontri organizzati per avere un contatto diretto con altri insegnanti, anche di materie differenti dalla architettura. Il progetto presentato è stato denominato: assemblaggio culturale.

"La maggior parte degli studenti - ha spiegato l'architetto Lorenzo Perri - ha incorporato questo meccanismo. E ha a che vedere con la stessa cultura boliviana. La prima cosa che abbiamo appreso è che si definisce 'meticcia'. Combina un insieme di cose, che provengono dal cristianesimo, ma anche dalle culture indigene, che possono anche apparire contraddittorie. Al fine di poterle riunire, per prima cosa si devono identificare e separare i componenti per poi successivamente assemblarli".

Il progetto prevede anche, se non soprattutto, lasciare da un lato l'individualismo per dare spazio all'aspetto collettivo, e forse questo è stato l'aspetto più complicato del percorso. "Il gruppo aveva un enorme livello di indipendenza - ha aggiunto l'architetto Sabrina Morreale - e non era abituato a lavorare in gruppo. È stata una cosa sulla quale abbiamo insistito abbastanza, perché è l'abilità che rappresenta il fulcro, che guida l'intero sistema di lavoro". I risultati sono stati ottimi anche perché a differenza degli studenti europei, i sudamericani hanno una maggiore facilità a lavorare con immagini figurative.