Caro Direttore, i giochi sono fatti, grazie, grazie a tutti, quelli che mi hanno seguito e quelli che hanno votato per altri, e un grazie particolare a te, Direttore e a Gente d'Italia per come ci hai seguito. Se non ci fosse stato il Tuo giornale……

Dunque, si chiude il sipario per le Politiche 2018 per noi all’estero. Ora resta sapere cosa accadrà per noi e per le “povere” proposte italiane delle 3 forze in lizza, il prossimo 5 marzo. Dopo tanti anni di lavoro in questo settore come stratega, questa volta e perla prima volta, Eugenio Sangregorio ed alcuni amici, mi hanno convinto a scendere in campo.

Dal 2004 ad oggi ho partecipato attivamente a tutte le elezioni, come consulente, come “organizzatore”, come comunicatore. Ho avuto la soddisfazione di portare vari parlamentari a Roma, di convincere alcuni, come Edoardo Pollastri e indicare altri, come Renata Bueno nel 2013. Ho lavorato duro con l’Ing. Pallaro nel 2006 per l’AISA e, dal 2006 ad oggi, sono stati vari i partiti e le liste che mi hanno chiesto di partecipare come candidato.

La differenza fondamentale che ho trovato nell’USEI è stata la sua autenticità. È, a mio avviso, l’unico partito autenticamente italo-sudamericano, l’unica opzione per coloro che soffrono i pesanti colpi di un paese che continua a considerare i propri figli all’estero di serie B.

Non è un partito italiano i cui parlamentari dovranno alzare la mano quando qualcuno glielo ordini Berlusconi, Di Maio o Renzi, e neanche un partito mondiale diluito nel tempo. Siamo un gruppo di connazionali, di discendenti ed alcuni nati in Italia, di tutti i colori: impiegati, imprenditori, artisti, comunicatori, che hanno un solo obiettivo: la politica emigratoria italiana. Abbiamo pronti progetti di legge possibili perché siamo svincolati dal promessificio dilagante in altri partiti.

L’esperienza di tanti anni mi ha insegnato a prendere importanti “bidonate”, come nel 2006, quando una forza politica si è preoccupata di comprare postini o compagnie private che distribuivano le buste o come nel 2008, quando un altro partito ha fatto stampare schede false riempite un po’ di qua e un po’ di la. Ho visto anche patronati chiedere ai propri soci di portargli le buste per riempirle negli uffici, insomma, ho visto un po’ di tutto, con i miei occhi.

Ho anche visto campagne “italiane” fatte molto bene, come nel 2013, quando ci furono inserzioni televisive, sui giornali, comunicati radiofonici e persino centinaia di migliaia di comunicati via cellulare per stimolare i connazionali a votare. Quest’anno, non solo in Uruguay è mancato lo Stato, ma in tutta l’America Latina, eccetto qualche console preoccupato che ha anche tolto di tasca sua per informare i connazionali.

La mancanza dell’Italia, come Stato, in questa occasione, è stata totale. Se non ci fossero stati i candidati e i giornalisti stimolati dai candidati a realizzare qualche sporadica intervista, NULLA. Questo è grave, come è grave confermare il menefreghismo
generalizzato delle Ambasciate italiane, specialmente quella dell’Uruguay.

Ma non tutto è stato negativo, appunto perché, ci sono anche i funzionari, quelli di carriera e quelli locali. La Responsabile della Cancelleria Consolare Dressa. Antonella Vallati è sempre stata con i propri connazionali, con tutti i candidati, ha risposto a tutte le domande, ci ha aiutato (per quello che può fare) a risolvere o, almeno, cercare di risolvere, tutti i problemi. Come dice una canzone del cantante argentino Fito Paez …..”es sólo una
cuestión de actitud” e, da parte della microscopica squadra della cancelleria, c’è stata.

La presenza di GENTE D’ITALIA come unico bastione italiano in Uruguay, non poteva mancare. Il tuo, il nostro quotidiano ci ha informato, ci ha illustrato, attraverso gli stessi meccanismi legali italiani e con la massima “par condicio”, anche se qualcuno si è lamentato, le linee politiche di ogni partito e candidato. Ci hai intervistati tutti, ha messo le foto della stessa misura per i 6 partecipanti e, con Gente d’Italia, ti sei messo a disposizione di tutti i connazionali.

Hai persino organizzato un dibattito fra 4 dei 6 candidati (i restanti hanno ignorato quasi certamente perché non parlano la lingua del Dante). Questa campagna, dal punto di vista personale, mi ha lasciato tanto amore per la nostra Patria. Migliaia di persone, di colleghi, di connazionali e non connazionali si sono avvicinati, senza che li chiamassi. Mi hanno offerto la massima collaborazione e mi hanno regalato tante soddisfazioni.

Un giorno, quando mi chiamò un connazionale che mi disse che voleva votarmi perché nel 1978 lo avevo aiutato a fare la sua cittadinanza quando ancora non ero responsabile del Patronato INCA ed ero un semplice giornalista e musicista, mi è scappata una lacrima. Quando glielo raccontai ad un mio collaboratore questa fu la sua risposta: “Tano, vos sos un buen tipo, siempre ayudaste desinteresadamente a cualquier italiano, siempre sembraste…..ahora es tiempo de cosecha”.

Quindi non posso che ringraziare tutti per questo entusiasmo che mi ha spinto a realizzare questa avventura. E GRAZIE a GENTE D’ITALIA che mi permette di scrivere
queste parole per tutti i miei connazionali.

Stefano Casini, candidato al Parlamento per Usei