Deve essere più forte di loro, arricchire il proprio curriculum con lauree mai conseguite. Fra i politici ormai è una moda e nel Pd, dopo il caso del ministro Valeria Fedeli, è scattata la corsa all’imitazione. Questa volta tocca a Giamila Carli, sindaco di Santa Luce, un piccolo comune in provincia di Pisa.

Il primo cittadino ha millantato una laurea in giurisprudenza e, come ricostruito dal quotidiano “Il Tirreno”, la sindachessa avrebbe ritoccato il curriculum già nel 1993, quando la Carli era diventata per la prima volta sindaco di Santa Lucia.

“E continuerà a rinnovarsi – scrive il quotidiano toscano – quando si troverà a sedere nel consiglio di amministrazione di Asatrade Srl, in rappresentanza della Bassa Val di Cecina e della Colline pisane. Come nelle vesti di presidente del Cda dell’Azienda farmaceutica cecinese Srl. E a seguire nei ruoli di assessore all’Urbanistica e di vicesindaco del Comune di Cecina”.

La cosa che ha più dell’incredibile è la perseveranza nel dichiarare quello che non è, perché
a metá febbraio i cronisti del Tirreno l’avevano incalzata e lei aveva di nuovo assicurato
di essersi laureata. Ma l’Universitá di Pisa ha ufficialmente negato la laurea a suo nome, obbligandola a confessare la verità: “Sì è vero non sono laureata, ma è una storia lunga e complessa – ha detto la Carli –. Non sono riuscita a dire ai miei genitori che non ce la facevo più ad andare avanti. Non ho mai utilizzato quel titolo per scopi personali e non l’ho mai ostentato. Sono stata per lungo tempo 'prigioniera' di questa cosa, come facevo a
non scriverlo?”.

Nonostante lo scandalo il sindaco però ha deciso di non dimettersi. “Intendo restare al mio
posto di sindaco eletto – ha detto – perché quell’errore non cancella la mia lunga storia politica fatta di impegno, credibilità, capacità amministrativa ed organizzativa, lealtà e servizio”. D’altra parte non si è dimessa la Fedeli perchè avrebbe dovuto iniziare lei a dare il buon esempio.