La Midwestern State University (MSU) è un ateneo pubblico, liberal arts college, che ha la sua sede a Wichita Falls, in Texas. Fondato nel 1922, ha circa seimila studenti. Tra i suoi ex studenti famosi, c'è in prima fila Philip Calvin McGraw, una delle celebrità della tivù americana, conosciuto da tutti come Dr. Phil, il cui show, che porta il suo stesso nome, va in onda dal 2002.

Non troppo lontano dalla MSU c'è la John R. Hirschi High School (HHS) una scuola superiore, nata nel 1962, così chiamata in onore del benefattore che cedette la sua proprietà per la creazione dell'istituto. A unire l'università e la scuola superiore ci sono due italiani, Greta e Pietro Lazzarotto, la prima, stella del tennis dell'ateneo, il secondo sorprendente primattore nella team di basket.

Due italiani, sorella e fratello. Certo non ci sono statistiche al riguardo, ma sicuramente non sono molte le coppie di fratelli in istituti statunitensi, uno accanto all'altro e ancora meno quelle che si mettono in luce negli sport praticati. Ecco perché Greta e Pietro sono così particolari.

Greta, nel 2017, è stata poi la protagonista, assieme al team MSU, di una stagione spettacolare nel tennis e per l'anno che sta per arrivare ci si attende non solo la conferma, ma anche qualche cosa di più. "È dotato fisicamente e sa giocare" così invece Donald Hedge, l'allenatore della squadra di basket di Hirschi, gli Huskies, ha detto non appena Pietro Lazzarotto ha fatto la sua prima apparizione in palestra.

Il ragazzo si trova nella scuola del Texas per uno scambio internazionale, ma subito si è trovato a suo agio. "Sì - ha dichiarato - non è facile di solito inserirsi in una squadra nuova, ma credo proprio che adesso stia funzionando tutto bene'. Il suo esordio, non solo nella squadra di basket e nella scuola, ma anche nella città, che invece conosceva bene la famiglia.

Appunto perché prima di Pietro in questa parte del Texas, nemmeno troppo conosciuta, ci era arrivata la sorella, ora leader della squadra di tennis. Greta infatti sta per entrare nel suo terzo anno alla MSU, ma in precedenza aveva anche passato un anno di scuola superiore in un istituto della Georgia. Come dire che ormai gli Stati Uniti li conosce bene... Ho sempre avuto una passione per l'America - ha confessato - sono stati qui con la mia famiglia, era il 2012, prima che mi trasferissi stabilmente per studiare, così che avevo avuto una idea di dove sarei andata".

Tre anni passati negli States che hanno contagiato il fratello più piccolo Pietro, che, ascoltando i racconti della sorella, ha pensato che anche la propria di strada doveva essere simile a quella di Greta. "All'inizio non conoscevo la lingua - ha spiegato Pietro - così avendo mia sorella qui è stato un po' come essere a casa. In questo modo non ne ho mai avuto nostalgia". Un rapporto fratello-sorella, attraverso due istituti nella stessa città della Stati Uniti.

"Come sorella maggiore - parole di Greta - mi ha seguita, ha sentito la mia storia diverse volte. In un certo senso ha visto, ma anche vissuto, la mia esperienza. Mio fratello ha davvero visto i miei progressi e di come ero entusiasta, e lo sono tuttora, di questa esperienza, così ha solo voluto fare lo stesso". Uniti i fratelli, ma anche più tranquilla la famiglia: avendo i proprio figli in un'altra parte del mondo, ma uno accanto all'altra, ha indubbiamente alleviato le loro preoccupazioni.

"Volevo anch'io poter fare questa esperienza negli Stati Uniti - ha aggiunto Pietro - e mi piaceva il fatto di poterla fare vicino a mia sorella, così che se qualcosa fosse successo, se qualcosa fosse andato storto, alla fine avremmo potuto aiutarci uno con l'altra". Quanto sono distanti Pietro e Greta? "In qualsiasi momento, se ha bisogno di me - spiega la sorella maggiore - mi può chiamare e io in dieci minuti posso arrivare. Molto diverso che essere dall'altra parte del mondo".

Due storie che sono andate avanti, in un certo senso, anche parallele, ma se Greta è stata la pioniera, la prima, anche Pietro ha dovuto scoprire, da solo, certi aspetti della sua vita americana. Uno, lo stile di gioco: abituato a quello europeo, italiano, qui sta imparando aspetti differenti, come per esempio una maggiore fisicità. Ma la maggior differenza, un altro mondo si può dire, è l'atmosfera che c'è attorno alle partite.

L'Italia, come gran parte del mondo, non ha squadre di high school oppure college, impegnate in campionati così severi e importanti. "Quando entri in campo e vedi tanta gente sulle tribune è incredibile, in Italia c'è giusto qualche genitore e nemmeno sempre, ecco questa posso dire che è una delle cose che mi piacciono di più degli Stati Uniti".