Botta e...risposta. Da una parte Luigi Di Maio, che tende la mano al Pd. Dall'altra l'ex premier Matteo Renzi, che prima chiude su tutto, ma poi "apre" sulla legge elettorale.  "Incontrarsi con Di Maio si può, votare la fiducia a un governo Di Maio no. Chi ha perso non può governare", è la sentenza che Renzi, ospite di "Che tempo che fa" nel salottino di Fazio, recapita al leader pentastellato. Eppure, la giornata inizia con Di Maio che dà il là alle danze con un intervento sul Corsera in cui individua i possibili punti di contatto (dal lavoro alla lotta alla povertà) programmatici con i dem ribadendo, con un occhio al suo elettorato, la "coerenza" del M5S.

LE PAROLE DI DI MAIO (M5S)
"Avevo parlato di un contratto vincolante sul programma. Avevo ribadito più volte che non avevamo un interlocutore preferito, ma che avremmo parlato con tutti", spiega il capo politico del M5S che, dai commenti che si leggono sul blog delle Stelle, non sembra tuttavia convincere del tutto il suo elettorato, più morbido invece nei confronti della Lega. "Ci sono molte più similitudine tra il Movimento e la Lega", gli ribatte Renzi, ribadendo che spetterà alla direzione Pd del 3 maggio decidere ma allo stesso tempo osserva malizioso: "su 52 senatori dem almeno 48 devono votare a favore a un governo con il M5S e io non ne conosco uno". E l'ex segretario lancia una stoccata alla soluzione di un governo con Di Maio a Palazzo Chigi: un esecutivo senza Di Maio premier? "Lo hanno escluso loro. Ma questa storia di Di Maio premier a tutti i costi la pensa solo Di Maio", spiega Renzi.

RENZI: "GOVERNO PD-M5S SAREBBE PRESA IN GIRO"
Che lancia un messaggio non solo al Movimento ma anche all'ala dialogante del Pd. "Siamo seri, sarebbe una preso in giro per gli italiani andare al governo con il M5S", sottolinea Renzi che lancia, tuttavia, una soluzione alternativa: "M5S e Lega o fanno il governo dei populisti o facciano una proposta di riforma costituzionale e elettorale". E alla domanda se il Pd sia disponibile a un "governo di tutti" per questo, Renzi resta vago. A testimonianza del fatto che, sullo "scrivere le regole assieme" l'apertura, come spiega lo stesso ex premier, "è totale".