Sale la tensione in Nicaragua dopo la morte di due studenti in un assalto armato di forze paramilitari filogovernative contro una chiesa di Managua dove i giovani si erano rifugiati, insieme a giornalisti e sacerdoti, per sfuggire alla polizia. Il cardinale nicaraguense, monsignor Leopoldo Brenes, che ha guidato l'evacuazione dei ragazzi dalla chiesa, ha confermato la morte di due giovani e il ferimento di altri due.

L'ATTACCO DEI PARAMILITARI
L'attacco dei paramilitari è cominciato venerdì; gli studenti dell'Università Nazionale Autonoma del Nicaragua (Unan), la principale del Paese, hanno vissuto quasi 20 ore di terrore asserragliati nella casa parrocchiale della chiesa della Divina Misericordia dove avevano trovato rifugio. "I proiettili fischiavano sopra le nostre teste", ha raccontato un giovane, con il volto coperto. I paramilitari, con il volto mascherato, "ci hanno attaccato senza pietà e hanno tentato per due volte di dare alle fiamme la chiesa mentre eravamo all'interno", ha raccontato ancora un giovane che per precauzione ha voluto rimanere anonimo e farsi chiamare semplicemente "el Negro" ("il Nero").

"NON HANNO AVUTO RISPETTO PER LA CHIESA"
"Non hanno avuto rispetto per la Chiesa né per l'immagine della Vergine o di Cristo: hanno distrutto tutto, i muri sono crivellati" di proiettili. I due giovani morti erano asserragliati dalla notte nella chiesa insieme a una decina di altri studenti, tre giornalisti, medici e sacerdoti. Ad assedio finito, gli altri studenti sono riusciti a uscire a bordo di auto, camionette e autobus verso la cattedrale metropolitana, scortati dai vescovi e dalla Croce Rossa nicaraguense, con la mediazione dell'Episcopato.

IL RACCONTO SHOCK DEGLI STUDENTI
Quando sono usciti, gli studenti sono stati accolti da una folla che mescolava canti religiosi, l'inno nicaraguense e canzoni di protesta come "El pueblo unido jamas sera vencido". Gli studenti in seguito hanno raccontato che, una volta lasciata la chiesa, quattro loro colleghi sono stati prelevati dai paramilitari. Il vescovo ausiliare di Managua, Silvio Baez, ha accusato il governo di Daniel Ortega di aver attraversato "il limite del disumano e dell'immorale". "La repressione di venerdì notte contro civili, per lo più studenti, è condannabile da ogni punto di vista: la comunità internazionale non può rimanere indifferente".