L'erba gatta torna sotto la lente della scienza. Dopo gli studi che hanno permesso di scoprire l'origine del suo effetto inebriante - una sostanza chiamata nepetalattone, che manda in estasi i mici perché molto simile ai suoi feromoni - in una nuova ricerca pubblicata su 'Nature Chemical Biology' un team del John Innes Centre (Gb) è riuscito a capire come la pianta, nome latino Nepeta cataria, produce il composto eccitante. Secondo gli autori, il lavoro aiuterà anche a far luce sulla sintesi di alcuni chemioterapici anticancro 'verdi' come la vincristina e la vimblastina, consentendo potenzialmente agli scienziati di produrli in futuro in modo più efficiente e veloce di quanto faccia madre natura. Il nepetalattone, appartenente alla famiglia dei terpeni - spiegano gli studiosi - pur essendo una molecola piccola e semplice, nasce da una catena di eventi inusuale rimasta finora misteriosa ai chimici. Adesso il rebus sembra risolto: se normalmente, in piante tipo la menta piperita, i terpeni vengono formati da un singolo enzima, l'erba gatta fabbrica la sua 'droga felina' con un processo in due step mai osservato in precedenza, a livello di micro-ghiandole localizzate nella parte inferiore delle foglie.