Il paradiso nel Mar di Sicilia è pure in saldo. Non è la prima volta che i proprietari del comune in provincia di Palermo provano a vendere il territorio: nel 2017 il prezzo era stato fissato a 3,5 milioni di euro. Ma gli aristocratici eredi di Rosolino Pilo, patriota morto nel 1860, non erano riusciti a piazzare i 15 ettari di riserva naturale.

Adesso ci riprovano ad un prezzo decisamente più basso: come un attico di Manhattan o una villa in Toscana. Il nome Isola delle Femmine deriva dall'isolotto che sta di fronte al comune. La leggenda, per molti sbagliata, vuole che la torre che sovrasta l'isolotto era in antichità una prigione per sole donne. Da qui, quindi, anche il nome. Ma più fonti attribuiscono alla denominazione una genesi diversa: l'antico nome dell'isolotto era "Insula Fimi", anch'esso frutto di un processo di omologazione e derivato da "isola di Eufemio", dal nome del generale Eufemio di Messina, governatore bizantino della Sicilia.

Sul sito ufficiale del comune, invece, si legge: dal bollettino ecclesiastico di Monreale datato 1912 si legge che, con l'antico nome di "isola di fimi", risalente al 1176, si intendesse l'isola che sorge all'imboccatura del seno marittimo che si estende verso ovest sino a Punta Raisi , nel territorio di Carini; definito anche "prope portum gali", poi Porto di Gallo nel 1581, ed oggi corrispondente al punto di Grotta dell'Olio, tra il promontorio di Barcarello e il Malpasso. In data imprecisata venne costruita la tonnara di fimi, dal latino fimis trascrizione del vocabolo arabo fim (bocca o imboccatura), termine poi trasformato nel dialetto fimmini e italianizzato in femmine