Sarebbe opportuno che qualcuno informasse Matteo Salvini che il detto mussoliniano dei “tanti nemici, tanto onore” nella vita politica (ma anche nella vita normale) non produce altri risultati oltre quello di finire in un isolamento che nella peggiore delle ipotesi porta a Piazzale Loreto e nella migliore nella marginalità e nel dimenticatoio. Questa informazione ha sempre un valore alto. Che diventa addirittura altissimo quando il vento del consenso e del successo alza di più le vele di chi pensa di poter sfidare il mondo intero senza subire conseguenze di sorta.

Oggi Salvini è sulla cresta dell’onda. E mai come oggi è necessario ricordargli che poter contare solo su nemici irriducibili porta presto o tardi alla sconfitta. Un po’ come è capitato a Matteo Renzi passato dall’altare del quaranta per cento alle elezioni europee e della convinzione di diventare il leader incontrastato del Paese alla polvere della sconfitta al referendum, alle elezioni e dentro il Partito Democratico. Oggi, infatti, Salvini ha raggiunto il massimo livello del proprio consenso. Ma deve incominciare a registrare che i suoi avversari si sono moltiplicati a dismisura.

All’atto della formazione giallo-verde poteva contare non solo sul sostegno dell’alleato del Movimento Cinque Stelle, ma anche sulla solidarietà niente affatto nascosta delle altre forze del vecchio centrodestra convinte che non mettere troppi bastoni tra le ruote al leader della Lega avrebbe potuto far ricostruire più facilmente l’alleanza delle forze moderate non solo a livello locale ma anche a livello nazionale. A quasi un anno di distanza, Salvini ha dalla sua i sondaggi che pronosticano per il suo partito un quasi raddoppio dei voti ma sul piatto opposto della bilancia deve prendere atto che i suoi nemici si sono moltiplicati e che la sua persona è diventata il bersaglio unico di uno schieramento di forze che va dai centri sociali passando per M5S e Pd fino a Forza Italia ed a Fratelli d’Italia.

Questo assedio ha anche aspetti paranoici. Ma la follia di alcuni suoi nemici non esclude la loro pericolosità. Alla lunga l’isolamento fa male. Per questo è consigliabile che Salvini recuperi almeno dopo il 26 maggio qualche amico. E questi amici non possono sicuramente essere quelli capeggiati da Luigino Di Maio!

ARTURO DIACONALE