È stato l’inizio di un qualcosa, seppur ancora il tutto è poco chiaro. Giovedì sera alla Casa degli Italiani di Montevideo un gruppo di giovani italouruguaiani si è riunito con l’obiettivo di discutere forme di partecipazioni per i giovani. L’iniziativa è stata organizzata dal consigliere del Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) Renato Palermo con la partecipazione di Sabrina Verger, la giovane friulana che ha rappresentato l’Uruguay, recentemente, al seminario di Palermo per la seconda conferenza dei giovani italiani nel mondo.

Come raccontato durante la serata, dal seminario è stata lanciata la proposta di creare una rete di giovani italiani nel mondo e renderli protagonisti per rafforzare le istituzioni di rappresentanza. Cosa si farà in Uruguay? È ancora troppo presto per poterlo dire ma le premesse sono decisamente negative. A colpire è innanzitutto la situazione paradossale che si è venuta a creare con la profonda frattura fra i rappresentanti della collettività divisi in due fazioni all’interno del Comites: da una parte l’esecutivo con il gruppo di Filomena Narducci, dall’altra il gruppo di Renato Palermo che ha scelto un’altra via di partecipazione.

"Se il Comites non funziona allora ci dobbiamo organizzare autonomamente" ha spiegato Palermo -affiancato da altri due membri del Comites della sua lista- ai giovani presenti alla Casa degli Italiani che sono stanchi delle lotte personali in atto e ne farebbero volentieri a meno. Dal Trentino alla Calabria, dal Friuli alla Toscana, le persone riunite giovedì sera sono l’espressione più attiva di una collettività moribonda, incapace di farsi sentire e divisa nelle numerose associazioni regionali abbandonate al loro destino e con scarso spirito di collaborazione.

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Come fare per far avvicinare i giovani alle associazioni? In che modo verrà data continuità all’esperienza del seminario? In che modo il Cgie guiderà l’iniziativa in Uruguay? Questi sono stati alcuni dei temi trattati e su cui si sono confrontati i partecipanti. "Che qualcosa di nuovo si debba fare è doveroso ma è anche vero che non dobbiamo creare false aspettative e dobbiamo concentrarci su cose concrete e possibili per evitare di illudere i giovani come è capitato spesso in passato" ha affermato Claudia Girardo riassumendo bene il pensiero generale.

Diverse saranno le tematiche di interesse del gruppo che sono state anticipate tra cui la convalida del titolo, la linguae la cultura senza dimenticare le opportunità delle borse di studioe dei viaggi. Un altro settore dove si cercherà di intervenire sono i nuovi italiani arrivati in Uruguay e completamente slegati dalle tradizionali forme di aggregazioni della collettività. È una sfida difficile ma non impossibile.

Trentacinquenne discendente friulana, Sabrina Verger ha parlato della sua partecipazione alla conferenza del Cgie: "Confrontarsi con le persone da tutto il mondo, soprattutto con chi aveva contesti simili al nostro, è stata un’esperienza molto interessante. Adesso vedremo come potrà essere mantenuta questa rete dei giovani italiani nel mondo e che cosa possiamo fare noi in Uruguay. Speriamo di organizzarci, ognuno di noi può dare il proprio contributo".

Matteo Forciniti