Finalmente il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha firmato il decreto che approva il documento contenente le modalità di emissione della Carta di identità elettronica (CIE) per i cittadini italiani residenti all’estero attraverso la rete dei consolati. Da alcune settimane si susseguono interrogazioni parlamentari e notizie insistenti sull’erogazione della carta d’identità elettronica anche all’estero.

Ora assistiamo all’immediata rivendicazione di partiti e singoli parlamentari sulla primogenitura e sul merito della realizzazione. Invece siamo in ritardo. Sono trascorsi già quattro anni da quando il Cgie ha iniziato ad occuparsi dell’emissione della Carta d’identità elettronica, sollecitando la direzione generale degli italiani all’estero a provvedere all’erogazione di questo come di altri documenti facilitandone la fruibilità. Ci sono paesi in Europa con un’alta percentuale di cittadini italiani che mettono in discussione la validità della carta d’identità cartacea. La sua sostituzione con quella elettronica era urgente. Dopo promesse e rinvii sembra che il 20 settembre prossimo dovrebbe partire la fase di sperimentazione in tre sedi consolari: Atene, Nizza e Vienna.

Che sia la volta buona! E’ un atto dovuto. Si auspica il successo della sperimentazione, anche se in questo contesto si tratta di un piccolo passo avanti, perché l’allineamento dei servizi consolari italiani agli standard europei occidentali non dovrebbe essere visto come un miracolo, bensì come un semplice adeguamento delle procedure già previste per i comuni italiani. L’emissione delle carte d’identità, come in futuro quelle del codice fiscale in formato badge e di altri documenti, dovrebbe avvenire direttamente da parte dei Consolati, come è prassi acquisita per i passaporti. Sono anni che la rete consolare italiana è sottodimensionata e all’orizzonte, salvo palliativi e aggiustamenti d’emergenza temporanei, non si vedono soluzioni strutturali e durature. Perciò insistiamo sulla necessità di ridefinire obiettivi e priorità.

Mentre, per fortuna, l’amministrazione pubblica in Italia fa uso di strumenti e tecnologie avanzati, che permettono ai cittadini di interagire con gli Enti, all’estero queste pratiche sono ancora scarse. Con la digitalizzazione dei servizi consolari i cittadini italiani all’estero potranno interagire direttamente da casa con le rappresentanze consolari e acquisire documenti evitando di intasare gli uffici. Confidiamo sull’estensione dei servizi offerti dal programma FAST.IT, disponibile in tutte le pagine web dedicate dei consolati, per dare un senso compiuto all’ufficio elettronico di prossimità. La recente novità dell’applicazione gratuita per smartphone "mAPPamondo", sviluppata dalla Farnesina, coglie i vantaggi della tecnologia e permette a tutti i cittadini in possesso di telefoni mobili di acquisire informazioni generali sui servizi consolari e sull’ubicazione delle nostre istituzioni nei diversi paesi.

MICHELE SCHIAVONE, SEGRETARIO GENERALE DEL CGIE