Chiedere agli italiani di dargli "pieni poteri", "senza palle al piede", è senza dubbio grave, ma Matteo Salvini NON lo ha chiesto pubblicamente, nel corso del suo comizio a Pescara, bensì solo dopo e solo parlando coi giornalisti. A comizio finito e dopo essere sceso dal palco.

E’ quindi grave anche che nessun giornalista gli abbia chiesto di chiarire bene cosa intenda per "pieni poteri".

Intende chiedere il potere di fare a meno del Parlamento e del Presidente della Repubblica e di essere lui a decretare le leggi, come subito è stato accusato di voler fare da vari giornali anche paragonandolo - demenzialmente - a Hitler?

O intende chiedere che gli italiani lo votino in massa in modo da poter diventare premier e premier con una maggioranza tanto larga da non poter essere condizionabile dalle "palle al piede"?

E’ grave che nessun giornalista gli abbia chiesto neppure cosa intenda per "palle al piede": le opposizioni o, come appare più probabile, alleati litigiosi come quelli del M5S? E’ evidente che si tratta di due richieste di "pieni poteri" molto diverse tra loro: la prima sarebbe eversiva e dittatoriale, la seconda resta invece nel perimetro di una democrazia parlamentare. Salvini è assodato che non padroneggia l’eloquio istituzionale, e anzi si vanta della propria rozzezza per attirare il voto di chi "parla come mangia" e detesta chi invece parla in modo più decente. Non avere chiarito questi punti fondamentali oltre a costituire una forma di giornalismo pessimo, che NON informa come invece dovrebbe, ha come unico risultato il gridare più del solito "al lupo, al lupo!". Aumentando così il classico baccano "giornalistico" da solleone agostano e seminando allarmi e paure non si sa bene quanto fondate. Comportamenti che ormai indispettiscono la famosa "ggente" con l’unico risultato di un ulteriore aumento di simpatizzanti, tifosi e voti per la Lega, anzi proprio per Salvini, alle eventuali, possibli se non probabili, prossime elezioni anticipate. Gridare in continuazione "al lupo, al lupo!" è cosa ben diversa del ruolo di "cane da guardia della democrazia" quale dovrebbe essere il ruolo della stampa, anzi del giornalismo tout court anche non su carta stampata. Purtroppo NON è la prima volta che nessuno collega chiede chiarimenti a Salvini o gli fa cortesemente notare che dice cose inesatte o banali.

Facciamo degli esempi. Lo slogan della Lega e in particolare di Salvini "Prima gli italiani!" è suggestivo, ma NON significa assolutamente nulla. Con il presidente degli Usa Donald Trump che grida – e agisce di conseguenza – "America first!". cioè "Prima gli USA!", lo slogan di Salvini perde già significato, ma il problema vero e insormontabile è che TUTTI gli Stati, anche quelli dell’Unione Europea, si comportano pur senza gridarlo ognuno da sostenitore di "Prima i miei cittadini!": vale a dire, "Prima gli inglesi", "Prima i francesi!", "Prima gli spagnoli!", "Prima gli ungheresi!", "Prima i tedeschi!", ecc., tutti Stati che di sicuro del "Prima gli italiani!" se ne fanno un baffo, non si piegano certo a inchinarsi ai desiderata di Salvini e alle eventuali conseguenti pretese di precedenza degli italiani. Ecco DIMOSTRATO, quindi, che lo slogan di Salvini è solo una fanfaronata. Buona per il nazionalismo d’accatto, più demenziale di quanto già sia ogni nazionalismo. Un’altra occasione persa per far notare a Salvini un’altra sua affermazione che la Storia ha DIMOSTRATO essere magniloquente ma priva di senso è quella dell’affidare "l’Italia al cuore immacolato di Maria" A parte il fatto che la Madonna le raccomandazioni e gli affidi decisi da Salvini non è affatto detto tenga in qualche conto, che sappia cioè cosa farsene, resta il fatto che Salvini è arrivato buon ultimo. Con un precedente francamente inquietante. Il dittatore spagnolo Francisco Franco il 12 ottobre 1954 ha consacrato la Spagna al "Cuore Immacolato di Maria" e come se non bastasse aveva già fatto del Cuore di Gesù un simbolo della lotta per la presa del potere. Da notare che Francisco Franco è stato l’unico politico ad avere "affidato" prima di Salvini il proprio Paese al "Cuore Immacolato di Maria". Pinochet e gli altri militari cileni quando si mossero per il colpo di Stato si limitarono a farlo dedicandolo alla "Nostra Signora di Guadalupe", cioè alla Madonna più venerata dell’intero Sud America, ma senza affidarle il Cile. Che preferirono infatti "affidare" alla propria sanguinosa dittatura militare. Ad affidare alla Madonna il mondo intero, Italia compresa quindi, ci ha già pensato papa Wojtyla 19 anni fa, per l’esattezza nel 2000, a conclusione di quell’Anno Santo e Grande Giubileo. Forse Salvini pensa che la Madonna darà più retta a lui che a Wojtyla e agli oltre 1.500 vescovi del mondo intero, che condivisero con lui quell’affido. Peraltro proprio al "Cuore Immacolato" della Madonna già il 13 maggio 1982, cioè 37 anni fa, lo stesso Wojtyla aveva affidato il mondo intero, Italia compresa, quindi.

E Wojtyla quel giorno volle ricordare che il mondo intero era stato affidato al Cuore Immacolato della Madonna già da Pio XII per ben due volte: nel ’42 e nel ’52, ovvero 77 e 67 anni fa. Il bis del ’52 forse è stato fatto perché l’affido del ’42 NON aveva sortito nessun effetto: la seconda guerra mondiale aveva continuato a collezionare orrori, compreso quello finale della sperimentazione delle bombe atomiche sulla pelle della popolazione civile. E ricordiamo che la seconda bomba atomica fu sganciata su Nagasaki, l’unica città giapponese con una presenza cattolica non trascurabile. Non contento, Wojtyla nell’84 ha voluto affida re al "Cuore Imacolato di Maria" in particolare la Calabria, che ha continuato però a essere flagellata dall Ndrangheta, tutt’oggi viva e vegeta anzi da allora ramificatasi anche nel nord Italia. Il "Cuore Immacolato di Maria" se n’è quindi infischiato altamente perfino degli affidi dell’Italia, della Calabria e del mondo fatti a lei dai Papi: non si vede come un credente cattolico possa credere che quello di Salvini sarà ascoltato e non accorgersi invece che si tratta di pura e semplice propaganda. Evito di usare il termine "presa in giro" e mi fermo alle parole "pura e semplice propaganda". Queste defaillances del giornalismo hanno portato la sinistra, o meglio ciò che ne resta, al continuo gridare contro Salvini "al lupo, al lupo!", fino a trasformare tale allarme in uno slogan che almeno fino ad oggi è l’unica linea e programma politico della sinistra, PD in testa. Oltre che la foglia di fico che copre le vergogne dei continui litigi interni. Se mancano linea politica e programma di cose da FARE per rimettere in moto l’Italia, modernizzarla e metterla in grado di affrontare i grandi cambiamenti del mondo, le eventuali nuove formule di governo restano solo manovre di palazzo, dal futuro piuttosto incerto. Tanto più che eunuchi, masochisti e aspiranti suicidi del PD (e dintorni) continuano a ripetere come ebeti "mai con il M5S!". Continuano cioè a ripetere la posizione simil aventiniana già di Matteo Renzi, alla quale dobbiamo la consegna dell’Italia a Salvini. Che più lo si accusa gridando su vari piani "al lupo, al lupo!" più guadagna voti, specie in assenza di linea e programma politico, sociale, economico, industriale, infrastrutturale, culturale, ecc., da contrapporgli. L’esponente del PD Roberto Giachetti ha dichiarato che se ci si allea con il M5S "sarebbe la morte del partito": senza però prendersi la briga di capire che le alleanze si fanno sui programmi e che se il programma è buono e viene davvero realizzato evita la morte che oggi e domani rischia di non essere solo "del partito". Il PD ha abbandonato la presenza nei luoghi di lavoro e nel territorio, pascolo regalato alla Lega, e ha abbandonato la visione classista della società, sostituendola con una visione perbenista… e autoreferenziale: "Noi siamo migliori!". Dimenticando che si deve fare politica per migliorare la vita e i diritti anche degli "altri", compresi i "peggiori", perché in quanto cittadini italiani devono essere presi in considerazione alla pari degli asseriti "migliori". Così stando le cose, che può fare il PD oltre alle chiacchiere e alle dichiarazioni di buona volontà, finora però priva di strumenti operativi, del buon Nicola Zingaretti? Ovviamente spero di sbagliarmi, ma temo che ormai sia tardi per evitare al Bel Paese un altro disastro di lunga durata. Del quale NON saranno responsabili solo Salvini e la Lega