Se si fosse giocata, probabilmente gli azzurri del rugby sarebbero stati spazzati via da un ciclone chiamato All Blacks, la fortissima nazionale neozelandese pluricampione in carica e grande favorita per la vittoria anche in questo mondiale. Invece Parisse e soci sono usciti dal torneo in Giappone per colpa di un altro ciclone, Hagibis: eliminati in anticipo e senza neppure giocarsi le chance - minime, per non dire nulle - di qualificazione ai quarti.

L'arrivo del tifone, considerato dai meteorologi come il cataclisma più pericoloso di tutto il 2019, è previsto per sabato nelle zone di Tokyo, Yokohama e Toyota. Proprio a Toyota, sabato alle 13.45 ore locali, era previsto l'incontro tra Nuova Zelanda e Italia, ultimo match del girone B. Era, visto che gli organizzatori hanno deciso clamorosamente di cancellarlo, assegnando "a tavolino" un surreale pareggio: 0-0. Risultato? Kiwi comunque primi nel girone con 16 punti, azzurri terzi a quota 12.

Cancellata pure un'altra sfida, Inghilterra-Francia del girone C, ma in quel caso entrambe le nazionali erano già qualificate e potranno preparare al meglio i quarti. E a rischio è considerato lo stesso Gran Premio di Formula 1 a Suzuka, le cui qualifiche e la stessa gara potrebbero essere disputate in un orario diverso proprio in ragione delle condizioni meteo. Hagibis è stato classificato come uragano di categoria 5, con venti a 250 chilometri orari.

Tutte considerazioni che non hanno placato la rabbia del gruppo azzurro e in particolare di capitan Parisse, con Ghiraldini e Zanni all'ultima presenza in nazionale, beffati da un regolamento per certi versi incomprensibile che non prevede la possibilità di differire o spostare partite in caso di eccezionali calamità naturali.

"A questo punto non lascerò, non posso farlo ora e in questo modo", la dichiarazione a caldo del capitano. Poi l'affondo: "La mancanza di rispetto della federazione internazionale nei nostri confronti è stata totale. Avevamo chiesto di anticipare la partita, di posticiparla, di spostarla. Saremmo stati pronti a giocare anche in un cortile, nel caso. A parti invertite, se la Nuova Zelanda avesse avuto bisogno dei cinque punti per vincere il girone una soluzione si sarebbe trovata. E invece, pur sapendo in anticipo della possibilità di tifoni, World Rugby non è riuscita a organizzare per tempo un piano B".