Il nuovo corso del Napoli è cominciato. Rino Gattuso prende il posto dell'amico Carlo Ancelotti e a fargli gli onori di casa è Aurelio De Laurentiis in una affollatissima conferenza stampa nel centro tecnico di Castelvolturno. "Doveroso ringraziare Ancelotti che ci ha seguito finora", esordisce il presidente. "Io rimango suo amico, lo ero prima e lo rimango ora. Tra noi c'è un rapporto limpido, sincero. Mi dispiace aver letto da qualche parte che tra me e lui ci siano stati dissidi, dissapori, contrasti. Tutto ciò non è vero. Mi dispiace che le cose siano andate così, però molto spesso tra marito e moglie ci si divide mantenendo buoni rapporti. Noi non siamo nè marito nè moglie, siamo state due persone che hanno condiviso un sogno. Ci siamo svegliati un giorno e io, per non minare il suo nutritissimo palmares, ho cercato di salvaguardarlo dicendogli che era il caso di dividersi e di andare ognuno per la propria strada. Ora è il momento di Ringhio, spero che a Napoli possa funzionare un nuovo slogan: Ringhio Star".

Parola poi a Gattuso: "Facile dire sì al Napoli, è protagonista in Italia e in Europa da anni. Penso che sia una grande squadra, mi piace tantissimo, anche se ora non sta attraversando un buon momento. Il 90% dei calciatori è adatto al tipo di calcio che intendo fare. Quando ho visto De Laurentiis? Domenica alle 21-21.30, per la prima volta. Mi sono fatto dodici ore di macchina per non farmi beccare da voi giornalisti. Con Ancelotti ci siamo sentiti stamattina, sapevo che ieri era con sua moglie e i suoi familiari. Sono stati due giorni non facili, sentirlo mi ha messo in difficoltà. Per l'ennesima volta si è dimostrato un papà calcisticamente, con lui sono cresciuto molto da calciatore e da allenatore. L'ho chiamato sempre nei momenti di difficoltà e non mi ha mai negato una mano. Mi ha dato delle indicazioni molto utili. Inutile fare confronti tra noi, sono un allenatore giovane e non ho vinto nulla, spero di ottenere il 10% dei successi che ha conquistato lui nella sua carriera".

Quindi sugli obiettivi: "Andare in Europa. Stop. Non voglio alzare asticelle, ma essere obiettivo: questa squadra non può stare fuori dall'Europa, l'obiettivo è recuperare punti e centrare la Champions. Come ripartire? Testa bassa, lavorare e pedalare, a cominciare dalle due partite che mancano prima della sosta natalizia. Da questa fase problematica si può uscire solo attraverso il lavoro. Il rapporto col pubblico si può recuperare attraverso i risultati e il gioco, lo stesso che è stato espresso negli ultimi anni e a tratti anche nell'ultimo campionato. La durata del contratto? Mi viene da ridere: noi allenatori siamo legati ai risultati. Sarei venuto uguale anche solo per sei mesi, per me è una grande opportunità. Per il tipo di gioco che ho in mente, non c'è squadra migliore del Napoli. L'idea di gioco è il 4-3-3, di base non mi piace giocare con due linee da quattro. Con me ci sarà tutto il mio staff a eccezione del preparatore dei portieri che già c'era, Nista".

Quindi sulla suggestione Ibrahimovic: "Per ora voglio parlare dei calciatori che ho a disposizione adesso. Cosa non ha funzionato adesso? Possiamo migliorare la linea di difesa, il palleggio, il modo di stare in campo. Ci sono tutte le carte in regola per far bene, vedere il Napoli in settima posizione in questo momento crea un po' di imbarazzo. Le prestazioni non sono state delle migliori, ma c'è la possibilità di giocarsi le chance fino alla fine. Cosa mi ha detto Ancelotti? Lui è un marpione, ma da parte sua c'è stata grandissima apertura. Abbiamo parlato. Anche con la squadra ho parlato. Ho visto voglia di rivalsa, di uscire fuori da questa situazione che lascia increduli tutti. Ho avuto buone sensazioni e ho fatto i complimenti al presidente perché non mi aspettavo un'organizzazione così alta. Tre campi, strutture, tutto mi ha colpito molto. Per me la responsabilità è più forte rispetto a quando ho preso il posto di Montella al Milan. Chi mi conosce lo sa, non mi spaventa nulla. Questo è un posto di mare, proprio come quello da dove vengo io. Qui si parla la stessa lingua, so bene che ci vogliono risultati, ma per me è motivo di grande orgoglio essere a Napoli. Ho rifutato tante offerte, non le ritenevo funzionali. Qui invece c'è tutto per fare bene. Regista? Non parlo di mercato, sarebbe una mancanza di rispetto verso la squadra che alleno".

Rino Dazzo