Dopo il Senato, anche la Camera approva. E così la Manovra diventa legge. La lunga notte del voto (le dichiarazioni di voto sono cominciate alle 3, mentre il voto finale è arrivato praticamente all'alba, quando l'orologio segnava le 4,40) è filata via tutto sommato liscia, eccetto due episodi: Italia viva, il partito di Renzi, ha infatti votato insieme con l'opposizione un ordine del giorno di Forza Italia sulla prescrizione. L'atto però è stato comunque bocciato; infine l'intervento conclusivo del deputato pentastellato Leonardo Donno è stato interrotto dalle proteste dei deputati di Fratelli d'Italia, che hanno anche esposto uno striscione. Il Presidente della Camera Fico ha conseguentemente espulso dall'aula il deputato di FdI Federico Mollicone.

IL VIA LIBERA ARRIVA A NOTTE FONDA
Dicevamo del bilancio per il 2020, licenziato dall'Aula di Montecitorio, in via definitiva, a notte fonda con 312 sì e 153 voti contrari. Dopo l'ok del Senato è stata dunque la volta della Camera (in entrambi i rami del Parlamento il governo ha fatto ricorso allo strumento della fiducia) e senza che i deputati abbia potuto "toccare" il testo. Per scongiurare il rischio di esercizio provvisorio, l'esecutivo lo ha infatti blindato (e approvato alla Camera un maxiemendamento identico a quanto uscito da Palazzo Madama). Decisione contestata dalle opposizioni che si sono spinte ad accusare il governo di aver prodotto un vulnus per la democrazia.

UNA MANOVRA DA 32 MILIARDI
Complessivamente, la Manovra vale quasi 32 miliardi, di cui la metà in deficit, e prevede la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia per l'anno prossimo per 23,1 miliardi di euro evitando pesanti aumenti dell'Iva. Nel provvedimento è stato inserito anche un "salvagente" taglia-spesa di 1 miliardo di euro per garantire il conseguimento degli obiettivi programmatici di bilancio su cui l'Italia si è impegnata con l'Europa.

LE MISURE DELLA NUOVA LEGGE
Ancora, tra le misure contenute nella legge si va dalle nuove imposte sulla plastica e la sugar tax (con un gettito ben inferiore rispetto alle intenzioni della vigilia), alle tasse sulle auto aziendali (quasi azzerate le entrate). Tra le novità introdotte in Senato, infine, spicca l'incremento del 3,5% per la Robin tax sui concessionari pubblici con una platea ristretta ai concessionari autostradali, portuali, aeroportuali e ferroviari, oltre a una nuova stretta sui giochi.