Si chiamerà Covid-19: così l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha ribattezzato il nuovo coronavirus. Finora era stato denominato temporaneamente 2019-nCoV, un titolo che includeva l’anno della sua scoperta, la sigla CoV, che sta per coronavirus, e la lettera "n", che indicava i termini utilizzati dagli scienziati per differenziare il nuovo virus dai precedenti.

Il nuovo nome è la crasi di alcuni elementi che lo caratterizzano: Corona, virus e disease (malattia), ha spiegato il direttore generale dell’Oms, sottolineando inoltre che "non contiene alcuna indicazione geografica o riferimento animale o umano. È pronunciabile e serve perché rappresenta uno standard utilizzabile da tutti".

Mentre il numero di morti segnalati continua a segnare nuovi record quotidiani (al momento siamo oltre i mille decessi in Cina), il numero dei contagi, secondo l’Oms si sta stabilizzando. "Questa è una buona notizia – per il responsabile del programma di emergenza sanitaria Oms, Michael Ryan – e potrebbe riflettere l’impatto delle misure di controllo che sono state messe in atto".

In realtà per avere una reale idea dell’attuale tasso di mortalità del virus vanno fatte delle distinzioni, spiega Luigi Ventura, professore ordinario di Economia Politica all’Università Sapienza di Roma. "Se si fa uno zoom su Wuhan e la provincia di Hubei, epicentro dell’epidemia, la percentuale è del 3%. Ma se invece si guarda già solo al resto della Cina la percentuale scende al 4 per mille. Numero uguale per il resto del mondo".

L’83% dei focolai di infezioni del nuovo coronavirus si sono verificati tra membri della stessa famiglia, ha specificato invece Wu Zunyou, epidemiologo del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie. Il resto dei contagi è invece avvenuto in luoghi pubblici come strutture mediche, scuole, centri commerciali, fabbriche e imprese.

Secondo Wu, quando un membro della famiglia è contagiato dal virus, possono verificarsi casi secondari di infezione a causa di uno stretto contatto tra i membri del nucleo familiare. Per prevenire le infezioni, l’epidemiologo ha suggerito di arieggiare le stanze, indossare maschere, lavarsi le mani ed evitare le attività di gruppo.