La strage di Bologna del 2 agosto 1980 fu organizzata e finanziata dalla Loggia P2 di Licio Gelli, con la complicità di servitori infedeli dello Stato, ed ebbe tra gli esecutori materiali Paolo Bellini, ex terrorista di Avanguardia Nazionale. Queste le conclusioni cui è giunta ieri l’inchiesta della Procura generale di Bologna notificando quattro avvisi di fine indagine per il massacro della stazione che provocò 85 morti e 200 feriti.

Nel registro degli indagati c’è Paolo Bellini, ex Avanguardia Nazionale, ritenuto esecutore materiale della strage. Bellini avrebbe agito in concorso con il "maestro venerabile" della loggia massonica deviata P2 Licio Gelli, con l’imprenditore e banchiere legato Umberto Ortolani legato alla stessa P2 e con l’ex prefetto ed ex capo dell’ufficio Affari Riservati del ministero dell’Interno Federico Umberto D’Amato e con il giornalista iscritto alla P2 ed ex senatore dell’Msi, Mario Tedeschi. Questi secondo la procura generale di Bologna i mandanti, finanziatori o organizzatori.

Non è scontato osservare che i quattro summenzionati sono tutti deceduti e che dunque non andranno mai a processo. Secondo i magistrati bolognesi la strage sarebbe stata organizzata in concorso con i tre terroristi di estrema destra appartenenti ai Nar condannati in via definitiva, Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. Con loro anche Gilberto Cavallini, per cui pendono altri due gradi di giudizio. Nell’avviso di conclusioni indagini si legge anche "con altre persone da identificare".

I preparativi per la strage sarebbero iniziati nel 1979, in una località imprecisata. Oltre a Bellini, ritenuto esecutore materiale, la procura ha iscritto nel registro degli indagati Quintino Spella e Piergiorgio Segatel, accusati di depistaggio, e Domenico Catracchia, che i magistrati ritengono colpevole di false informazioni al pm al fine di sviare le indagini in corso. In particolare, Bellini, ex di Avanguardia nazionale considerato un informatore dei servizi segreti, nell’avviso di conclusioni indagini, viene indicato come esecutore materiale dell’attentato insieme a Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini (già condannati in via definitiva), Gilberto Cavallini (condannato in primo grado per concorso in strage) e "con altre persone da identificare".

Bellini avrebbe poi agito in concorso con Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, tutti deceduti. Gelli e Ortolani, nell’avviso del pg, vengono indicati come "mandanti-finanziatori" della strage, mentre D’Amato, già direttore dell’Ufficio Affari Riservati del Viminale, come "mandante-organizzatore" e Mario Tedeschi (giornalista, politico ed esponente della P2 di Gelli) come "organizzatore per avere coadiuvato il D’Amato nella gestione mediatica dell’evento strage, preparatoria e successiva allo stesso, nonché nell’attività di depistaggio delle indagini".