Misure "anti-italiane" per prevenire il contagio e la diffusione del Coronavirus. Gli italiani come i cinesi? Saranno discriminati anche loro e allontanati in malo modo? Speriamo di no. Eppure, reazioni "forti "si stanno avendo in molti paesi europei e nel mondo. Si parla di chiusura delle frontiere e di isolamento. Mentre l’UE, a ogni occasione e per bocca di qualsiasi alto rappresentante, continua a escludere l’estrema misura di rivedere Schengen per l’emergenza coronavirus, molti paesi europei hanno adottato di fatto misure di prevenzione per contenere la diffusione del virus. Quarantena obbligatoria, divieto di ingresso e per molti paesi, semplicemente il suggerimento di non visitare l’Italia neppure se si tratta delle zone non a rischio.

La Romania fra i primissimi a imporre la quarantena. A seguire, Repubblica Ceca e Bulgaria. Non sono da meno i provvedimenti presi dalle istituzioni UE a Bruxelles. Personale e parlamentari si muovono su base costante tra Bruxelles e le città italiane. Obbligatorio dunque la costituzione di un protocollo di comportamento. La Commissione Ue ha preso misure specifiche, in questo senso, per lo staff che ha visitato l'Italia. Chi negli ultimi 15 giorni è stato nella zona rossa, cioè nei focolai della Lombardia, deve lavorare da casa fino a nuovo ordine. Chi ci è solo passato, deve contattare i servizi medici della Commissione o lavorare da casa per due settimane. Chi ha missioni nella zona gialla, deve rinviarle. Ma veniamo ai paesi europei e non. Come hanno organizzato il contenimento del contagio.

Primo aeroporto al mondo ad adottare misure ad hoc per passeggeri provenienti dall’Italia è l’hub di Praga, in Repubblica Ceca. Misure di sicurezza altissime per tutti i voli in arrivo dall'Italia con un gate dedicato munito di macchinari per lo screening mirato e misure igieniche aumentate. La Bulgaria, non da meno, ha sospeso tutti i voli di collegamento con Milano fino al 27 marzo. I malcapitati passeggeri già in possesso di biglietti possono chiederne il rimborso o programmare altre date. In Olanda le autorità hanno ordinato ai propri cittadini di non recarsi negli 11 comuni focolaio dell'Italia settentrionale e hanno indicato Roma e il Lazio come zone a rischio al pari delle regioni del nord. Il governo de L'Aia ha messo in guardia i propri cittadini diretti in Italia, perché si aspettino maggiori controlli alle frontiere e restrizioni agli spostamenti in alcune precise aree.

La Germania, invece, ha annunciato che non chiuderà le frontiere per proteggersi dal virus. In Francia, gli studenti che hanno trascorso le vacanze in Lombardia o in Veneto non potranno tornare a scuola alla ripresa delle lezioni, ma solo dopo aver trascorso un periodo di auto-isolamento di 14 giorni. Serbia, Israele, Croazia e Irlanda hanno sconsigliato i viaggi in Italia, mentre dagli Stati Uniti è stata invece emanata un'allerta di livello uno per i viaggiatori diretti o di ritorno dal Belpaese. La Gran Bretagna impone condizioni differenti, a seconda della provenienza: chi viene dai centri "isolati" dovrà sottoporsi a un autoisolamento o quarantena anche in assenza di sintomi, chi invece proviene dal resto dell'Italia settentrionale dovrà farlo solo in presenza di patologia. L'Iraq ha adottato una misura drastica, vietando l'accesso agli italiani e ai viaggiatori in arrivo dall'Italia. Baghdad ha stabilito di prorogare sine die il divieto all'ingresso nel Paese arabo dei viaggiatori in arrivo da Cina e Iran e ha imposto divieti analoghi per i viaggiatori in arrivo da Italia, Thailandia, Corea del Sud, Giappone e Singapore. Uniche eccezioni previste: i diplomatici in missione, purché si sottopongano a controlli medici.

La Giordania, in linea con i paesi più rigidi, ha vietato l'ingresso nel regno ai viaggiatori in arrivo dall'Italia, come a quelli provenienti da Cina, Iran e Corea del Sud, a meno che non abbiano lasciato i Paesi colpiti almeno 14 giorni fa. L’Arabia Saudita, su decisione del ministero della Sanità, ha sconsigliato a cittadini e residenti del regno del Golfo i viaggi in Italia nel mezzo dell'emergenza coronavirus. Anche il Kuwait adotta la linea più rigida sospendendo tutti i voli da e per l'Italia, Corea del Sud e Thailandia, a causa del diffondersi dell'epidemia di coronavirus in questi tre Paesi. È il primo Paese a far scattare un provvedimento del genere contro l'Italia. Tutti gli stranieri che hanno visitato questi Paesi nelle ultime due settimane non potranno entrare in Kuwait. E non verranno emessi nuovi visti. Per i kuwaitiani di rientro sarà necessaria una quarantena.

Le autorità delle Seychelles hanno vietato a tutte le compagnie aeree con voli diretti nell'arcipelago di imbarcare passeggeri che siano stati in Italia, Cina, Sud Corea e Iran negli ultimi 14 giorni. Anche l'Australia ha consigliato ai cittadini di esercitare la "massima cautela" se dovessero recarsi in Lombardia e Veneto a causa del "rischio aumentato" di contrarre il coronavirus. Resta l’isolamento l’unica soluzione possibile per evitare la pandemia? Risposta difficile, ma forse l’unica possibile in attesa del vaccino.

Margareth Porpiglia