Coronavairus, dice proprio così il cittadino indignato e stufo che alle 7 e 20 del mattino telefona a Radio 24, coronavairus. E’ vero, è un cittadino in carne e ossa, non è un’invenzione, una caricatura satirica. Lui dice coronavairus esattamente come avrebbe detto e forse in vita ha già avuto modo dire: naike di Samotracia intendendo la statua greca.

Dunque coronavairus ci ha pensato sopra, lui vigila su quel che fanno le autorità, a lui non la si fa. Ed ecco che coronavairus la dice fuori dai denti, gli scappa di dirla. Dice: ma vi siete accorti che i bambini non si ammalano? E allora, se i bambini non si ammalano, perché chiudono le scuole? La logica è ineccepibile: i bambini sono immuni, quindi mandiamoli in giro. Coronavairus ha deciso da solo sull’immunità dei bambini, come ha fatto? Sulla spinta e sull’urgenza di un bisogno incomprimibile: i cavoli propri. Coronavairus infatti prosegue e svela il suo messaggio: se i bambini non vanno a scuola, dove li mettiamo e chi li tiene?

Coronavairus non può gestire questo fastidio, eh no autorità varie, non potete scaricarlo su di lui. Lui ha da fare, deve lavorare, Coronavairus è uomo del fare. E quindi, se i bambini non si ammalano, perché non mandarli a scuola, per rendere la vita difficile ai genitori? Governo e medici ottusi e persecutori è il messaggio che mister coronavairus lancia.

In nome del valore non negoziabile che caratterizza dieci, cento, mille, milioni di coronavairus sparsi per l’Italia: chiudere tutto quello che non sono fatti e cavoli miei e lasciare aperto tutto quello che sono cavoli e affari miei. Non del tutto colonizzata dai coronavairus l’Italia, c’è ancora tanta gente in sé. Però mister coronavairus è di casa: accendete una tv al pomeriggio, guardate pubblico e ospiti, oppure un reality a sera. Ecco lì mister coronavairus è l’ideal tipo e il tipo umano standard.

di ALESSANDRO CAMILLI