Compleanno con libro per Mina che ha compiuto 80 anni. Occasione ghiotta per l’editore romano New Books che pubblica l’opera di Roberta Maresci: dai segreti della tigre di Cremona ai ruggiti della più "grande, grande, grande". Chi non la conosce? Da simbolo dell’Italia "brava gente" a Divina, la storia di Mina è quella di una donna dal cognome risorgimentale ottocentesco, cresciuta a pane e (pochi) brani musicali che le sono rimasti nel sangue, perfettamente intatti. "Non avevo dischi italiani. Se si esclude ‘Non illuderti’ di Marino Barreto, che poi era cubano. Solo americani. E fino alla rivoluzione Elvis, che ha ‘sparecchiato’, esclusivamente Frank Sinatra, Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan, Nat King Cole e anche i minori di quel periodo. Niente di francese. Niente di inglese. Niente di niente. Un pochino di flamenco che gli amici non sopportavano e che mi ha preso da subito e ancora adesso non so attraverso quale strada. Forse per ricordarmi che sono mediterranea, tutto sommato. La memoria è un motore potente. E, per quanto riguarda la musica, è lunga, corretta, affidabile, onesta. Quei pezzi non sono mai impalliditi, non mi hanno mai lasciato. E non ho mai cambiato opinione sul loro everlasting incanto. E, pensa, non sono per niente evocativi, per quanto mi riguarda. È strano, ma non li collego ad alcuna sensazione bella o brutta che sia. Me li godo e basta. Ogni tanto, ogni mai, mi permetto di avvicinarli. E li canto. Con circospezione, con cautela. Non dimenticando che sono stati nella gola dei più grandi maestri del passato dai quali ho imparato tutto", ha detto la più global delle star. "Ma ‘The Voice’ è sempre stata avanti. Fin da quando per prima capì che per difendersi artisticamente doveva fare una sua etichetta. È stata la prima a capire il cambiamento della televisione e a decidere di non farla. È stata la prima a giocare con la sua immagine, a distruggerla e a ricrearla con delle copertine folli. Vent’anni. Anzi, trent’anni prima di Lady Gaga", racconta nel libro la giornalista Roberta Maresci. Libro che la pandemia ha però bloccato nelle librerie, per ora chiuse. Ma il libro è lì, per la collana "Divi e dive", in attesa di essere ordinato anche online. In realtà è il terzo libro che la Maresci dedica alla tigre di Cremona, che non smette di ruggire da quando, nel 1978, ha scelto di auto esiliarsi dalle apparizioni pubbliche per vivere una vita più tranquilla in quel di Lugano. Nonostante le vicissitudini della sua tormentata vita privata – due figli da due uomini diversi, i gravi lutti di un fratello e di un ex marito entrambi morti sulla strada – hanno a lungo alimentato le chiacchiere di tutto un paese, affiancando i clamorosi successi artistici, Mina ha collezionato successi, non solo su vinile. E poco importa se, con la sparizione dalle scene, il Mito si è ridotto all’essenziale: un volto trasfigurato sulla copertina degli ultimi album e una voce miracolosamente intatta nel tempo, elargita al pubblico con la cadenza regolare di una produzione musicale ampia e versatile. Ma la sua voce da regina bianca è unica e inconfondibile. Perché Mina canta ancora da Dio. E se di peccato dobbiamo parlare, non è quello di gola che ci interessa trattare, anzi. Il vero peccato è non sentir più cantare questa dea in pubblico. Ma la comprendiamo e la seguiamo a distanza, anche il 25 marzo che ha compiuto 80 anni: tanti auguri Mina!