Bruxelles dice "sì" alle richieste del premier Giuseppe Conte. Piccola vittoria, targata Europa, per il presidente del Consiglio italiano che più volte, nei giorni scorsi, rivolgendosi ai capi di governo dei 27 stati membri, aveva invitato la Ue a farsi carico di una risposta importante per fronteggiare la crisi economica globale scatenata dalla pandemia di coronavirus. Il leader dell'esecutivo giallorosso aveva invocato l'adozione di uno "strumento innovativo", da varare in tempi rapidi, per "proteggere le nostre economie" ed "assicurare una ripresa europea che non lasci indietro nessuno, preservando, per questa via, il mercato unico". Era l'appello, in pratica, alla realizzazione di quello che poi è stato ribattezzato come "recovery found", un fondo per la ripresa con titoli comuni europei, con il quale finanziare non solo l'Italia, ma anche il resto dei Paesi colpiti dall'emergenza sanitaria. Ebbene, ieri l'assemblea europea ha di fatti accolto la proposta di Conte, riconoscendo "l'urgenza e la necessità" di dotarsi di questo strumento finanziario. Una scelta "impensabile fino ad ora", ma che "renderà la risposta europea ancora più solida e coordinata" ha commentato, a caldo, Conte subito dopo il Consiglio europeo (svoltosi in videoconferenza parlando di "tappa importante nella storia europea". Al momento, come ha fatto notare la cancelliera Angela Merkel, non tutti sono ancora d'accordo (per ora) su come finanziare il Recovery fund, "se con sussidi, cioè o con prestiti". Tuttavia una cosa è chiara, e cioè che il fondo sarà collegato al prossimo bilancio europeo per i prossimi sette anni. Bisogna "andare oltre gli egoismi", era stato l'invito del presidente del parlamento di Bruxelles, l'italiano David Sassoli. Si parla di una manovra complessiva di circa 1.500 miliardi che dovrebbe garantire trasferimenti a fondo perduto ai Paesi membri. Tali " trasferimenti a fondo perduto sono essenziali per preservare i mercati nazionali, parità di condizioni, e per assicurare una risposta simmetrica a uno shock simmetrico" è stato ancora il commento di Conte. Un pacchetto che andrà ad aggiungersi agli altri tre strumenti (Mes, Bei, Sure) fin qui previsti, e che potrà essere operativo - è la speranza - forse prima del prossimo mese di giugno.

STEFANO GHIONNI