Il dr. Anthony Fauci, immunologo di fame mondiale, ha visto però la propria notorietà salire alle stelle per i briefing alla Casa Bianca accanto a Donald Trump. Da quando la pandemia del Coronavirus ha cominciato a colpire gli Stati Uniti il suo volto è divenuto familiare per milioni di americani e non solo. Una popolarità alla quale sicuramente lo scienziato avrebbe voluto fare a meno, ma adesso, complici pure gli screzi con il Presidente, è più famoso delle superstar di Hollywood. Conosciuto dappertutto, anche sulle piste dove corrono i cavalli. E lì ha stravinto.

Fauci infatti dallo scorso marzo è diventato anche il nome di un cavallo purosangue di due anni, di cui si dice un gran bene, il cui futuro dovrebbe essere di primo piano visto che al debutto, il 3 giugno a Belmont Park, è arrivato secondo, mentre nella gara successiva ha subito centrato la vittoria, giovedì 9 luglio, montato da Tyler Gaffalione a Keeneland nel Kentucky, l'ippodromo che si trova a Lexington, la capitale dei cavalli del mondo. Il nome Fauci è stato dato al purosangue da Philip Antonacci che ne è il co-proprietario. "La decisione di chiamare il nostro cavallo Faci è stata facile - ha spiegato Antonacci - in questo modo abbiamo voluto onorare il servizio che ha dato e sta dando a tutto il mondo: oltre al COVID-19 infatti ha combattuto tante altre infezioni in tutta la sua vita.

E in questi mesi è apparso come la voce che sapeva cosa stava dicendo e, senza cercare di essere troppo politico, ha provato a calmare le cose fornendo i dati reali che si stavano celando dietro a quanto succedeva". Ma oltre al tributo, non c'è dubbio meritatissimo, c'è anche un altro aspetto che ha spinto Antonacci a battezzare Fauci il proprio cavallo. "Come me - ha spiegato - anche il dottor Fauci è un italo-americano di Brooklyn". Tornando al cavallo è stato acquistato lo scorso settembre al 2019 Keeneland September Yearling Sale per $175.000, una cifra pare proprio spesa bene dal momento che solo nelle prime due gare il due anni ha già incassato $54.800.

"Volevamo chiamare un cavallo anche in onore della dottoressa Deborah Brix (accanto a Fauci per settimane durante i briefing alla Casa Bianca ndr) - ha aggiunto Antonacci - ma purtroppo non abbiamo avuto una puledra abbastanza forte da meritare un simile onore". Così è rimasto solo Fauci, ma da quanto si è visto non farà rimpiangere l'assenza (sulle piste) di Brix. "Fauci è uno splendido puledro - ha sottolineato Wesley Ward il trainer - fa tutto bene, un cavallo intelligente, non è ansioso. Un ottimo cavallo e con il nome che gli è stato dato, beh sai che deve esserne all'altezza". Fauci non è il solo cavallo il cui nome riporta al Coronavirus: ci sono infatti anche Social Distancing, Self Isolation, Flatten the Curve, Herd Immunity e No Spectators che sono stati registrati al Jockey Club. Ma la prima vittoria, non poteva essere altrimenti, è stata di Fauci.

Un nome che, anche prima di arrivare sugli ippodromi, aveva già contagiato la fantasia popolare: così ci sono state le bambole di peluche, le bobblehead e addirittura anche una birra. Ma negli ippodromi è senza dubbio un po' diverso e poi questa affinità italo-americana tra il dottor Fauci e la famiglia Antonacci rappresenta un legame in più e molto significativo.

Il dottor Anthony Fauci infatti è proprio nato a Brooklyn, in quello che, almeno una volta, era il feudo degli italo-americani a New York. Figlio di Stephen A. Fauci e Eugenia Abys, le sue radici portano direttamente all'Italia: infatti i nonni paterni, Antonino Fauci e Calogera Guardino erano originari di Sciacca in Sicilia, mentre la nonna materna, Raffaella Trematerra, era di Napoli e faceva la sarta.

Il nonno materno, Giovanni Abys, svizzero di nascita, artista noto per i suoi paesaggi e ritratti e per le illustrazioni pubblicate su diverse riviste proprio italiane all'epoca era un design grafico per etichette commerciali, tra le quali anche lattine di olio di oliva. I nonni di Fauci emigrarono negli Stati Uniti alla fine dell'800 e successivamente i genitori furono proprietari di una farmacia, nel quartiere di Dyker Heights, sempre a Brooklyn, che si trovava proprio sotto l'appartamento dove abitava la famiglia.

di SANDRA ECHENIQUE