Un complesso edilizio nel quartiere di Bushwick a Brooklyn di 911 appartamenti. Per realizzarlo ci sono voluti 5 anni. Uno dei progetti di edilizia residenziali più grandi di New York. Con una particolarità: oltre al fatto che ci sono 911 appartamenti dei quali solo il 20% sono a prezzi abbordabili, i progettisti hanno voluto corredare la propria creatura con 15 mega-murales commissionati da OPEN organizzazione non profit creata da ODA, lo studio di architettura che ha fatto nascere il complesso. Uno degli artisti ai quali è stata commissionata un'opera è italianissimo, anche se il nome lo nasconde: la firma però è molto conosciuta per chi segue gli street artists.

Parliamo di Pixel Pancho che ha firmato un gigantesco murales che si trova nella splendida piscina a vetri del complesso di Brooklyn. Perchè oggi quando di pensa, si costruisce un complesso edilizio, soprattutto residenziale, ogni piccolo particolare diventa di fondamentale importanza e il murales è diventato un arredo che non può mancare. Così gli street artists, gli artisti di strada, si stanno trasformando in autori ricercati sul mercato mondiale portando con loro l'essenza dei murales, un'arte nata un secolo fa in Messico dopo la rivoluzione del 1910.

Se Diego Rivera rappresenta la storia dei murales, con tematiche sociali e politiche, oggi gli street artists sono decine e se il più celebrato è l'inglese Banksy che è anche un attivista politico, regista, ma che continua a nascondere il suo vero nome dietro il nickname che l'ha fatto diventare celebre in tutto il mondo, tra gli esponenti italiani è proprio Pixel Pancho, uno dei più celebrati e ricercati. Chi è Pixel Pancho? Ha la sua base a Miami, PixelPancho Studio, ma le origini vanno ricercate a Torino, Enrico, si sa solo il nome di battesimo. Il nonno era un pittore per hobby che gli ha insegnato i primi segreti, nato nel 1984 fin dall'inizio della sua carriera di street artists il robot dalle sembianze umane l'ha sempre identificato. Il robot fin dagli albori ha rappresentato per Pixel Pancho il "genere umano pronto a eseguire meccanicamente qualsiasi cosa gli venga detta di dire o di fare".

I primi passi di Enrico alias Pixel Pancho li ha mossi alla Accademia di Belle Arti di Albertina, poi dall'Italia alla Spagna, Valencia dove ha terminati gli studi alla Accademia di Belle Arti locale. Per sapere di più si di lui bisogna andare indietro negli anni... Una vecchia intervista. "Pixel Pancho è nato nel 2001 - raccontava Enrico - dopo anni di graffitismo e vandalismo per strada. Poi grazie agli studi compiuti presi coscienza di quello che volevo fare e inventati un progetto più serio di street art... Avevo cominciato a fare graffiti a 12-13 anni".

Oggi Pixel Pancho da Miami lancia opere di murales certo, ma ha allargato la sua azione anche ad altri settori artistici. Dove sono le sue opere? Oltre all'ultima, in ordine di tempo, che decora una piscina di Brooklyn, si possono incontrare in diverse città degli Stati Uniti. A cominciare da Miami ovviamente, con i muri di Winwood, ma poi si spazia dal Texas, Dallas e Houston, fino alla California, Sacramento, si torna in Florida, a St. Petersburg per poi spostarsi a Salem, nel Massachusetts. Ma anche nel New Jersey, a Jersey City, c'è un lavoro, dal titolo particolare 'Pecora nera', preso dalla propria esperienza personale, in famiglia: essendo artista era la pecora nera. Il murales riproduce tre robot, presumibilmente padre, madre e un figlio piccolo, oltre a un quarto personaggio, questa volta un ragazzo dalle sembianze umane che è un riflesso di se stesso.

Poi Francia, Argentina, Colombia, Tahiti, Marocco e ovviamente in Italia da Torino a Ragusa. Specializzato in grandi murales, il suo lavoro è frutto di una combinazione di colori terrosi che gli permette di trasmettere sensazioni antiche. Le sue creature robotiche sono ispirate da diverse atmosfere, si va dalla spiaggia all'universo e usa diversi mezzi a cominciare dalla pittura murale fino alle piastrelle. Le sue opere sul mercato hanno oggi prezzi davvero rimarchevoli: si deve arrivare a $40/50.000 per 'The Nurse', ma con $10/15.000 ci si può portare a casa 'Unicorn'. Solo un paio di esempi per sottolineare l'importanza, anche nel mercato dell'arte, delle opere firmate dall'italiano di Miami Pixel Pancho.

di ROBERTO ZANNI