Stop alle riunioni fisiche tra i membri delle più alte cariche delle istituzioni Europee. La presidenza tedesca prende molto sul serio i preoccupanti dati sul numero di contagi a Bruxelles. La seconda ondata della pandemia da Coronavirus ha iniziato a colpire la capitale europea in modo particolarmente duro. In città i tassi di contagio sono tra i più alti d'Europa. "In considerazione dell'elevato e ancora crescente numero di infezioni, e in consultazione con i partner, la presidenza tedesca del Consiglio dell'Ue ha deciso di ridurre le riunioni fisiche a livello di esperti al minimo indispensabile. Anche le riunioni virtuali saranno limitate ai temi prioritari".

Lo rende noto un portavoce della presidenza tedesca. I negoziati in corso sul Bilancio Ue e il Recovery Fund "sono tra i progetti prioritari" e continueranno a tenersi di persona. È impossibile raggiungere un accordo tra gli Stati dell'Ue e il Parlamento europeo senza negoziati faccia a faccia. E la questione resta molto urgente e nell’interesse di tutti gli stati membri trovare una soluzione in tempi molto brevi. Ma si stanno aprendo altri spunti di riflessione tra i paesi europei. La diffusione dell'epidemia e i suoi inevitabili effetti economici stanno spingendo la Commissione Europea a pensare a nuove vie di sostegno nonostante il Recovery Fund. Nei palazzi dell’Unione si parla di contributo non sufficiente. Il piano di stimolo europeo da 750 miliardi di euro, su cui i Ventisette hanno lottato per trovare un accordo, potrebbe infatti non essere abbastanza. Proprio mentre in tutta Europa la diffusione della pandemia accelera e le restrizioni si moltiplicano.

Nelle ultime due settimane, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha riattivato l'unità di crisi che aveva istituito durante il primo lockdown in primavera. Von der Leyen si riunisce tre volte a settimana - in videoconferenza – con alcuni dei suoi commissari, per discutere con loro le devastazioni della pandemia e le sue conseguenze sanitarie, economiche e di confine. Insomma dai palazzi europei ci si fa sentire in un momento in cui la situazione in Europa si fa molto serie e a tratti drammatica. La seconda ondata della pandemia da Coronavirus è molto grave nel vecchio continente. Questa settimana, l’Europa ha superato gli otto milioni di casi e i 256mila morti da Covid-19. Coprifuoco molto rigido per oltre 20 milioni di italiani e due terzi dei francesi, mentre in Irlanda e Galles è tornato il lockdown.

Con 10.539 decessi legati al coronavirus dall'inizio della pandemia, il Belgio è il secondo Paese al mondo che conta il maggior numero di morti in rapporto alla sua popolazione. Il tasso di positività, ovvero la proporzione di persone positive su tutte quelle testate, ha ora raggiunto il 16,3% su scala nazionale e il livello record del 24,5% nella regione di Bruxelles. Aumentano rapidamente in tutto il Belgio le cifre dell’infezione, ma soprattutto nel sud del paese. "Al momento, Bruxelles e la Vallonia sono al vertice dell'Europa". Secondo il virologo Steven Van Gucht, le due regioni del paese stanno attualmente segnalando il maggior numero di infezioni da Covid-19 in tutta Europa. Ha detto il virologo Van Gucht. "Non esiste altra regione in Europa in cui al momento vengano rilevate così tante infezioni". Tuttavia, è anche importante tenere presente che il Belgio ha una capacità di test molto elevata, ha detto, aggiungendo che molte regioni in Europa testano molto meno e quindi riportano cifre inferiori.

"Indipendentemente da ciò, si può solo concludere che Bruxelles e la Vallonia sono attualmente gravemente colpite, per quanto riguarda il numero di infezioni", ha detto Van Gucht, aggiungendo che l'area con le più alte cifre di infezione si è spostata dalla la provincia di Liegi. Nelle Fiandre, le cifre non sono così elevate e più simili a quelle dei Paesi Bassi. "Ancora alto, ovviamente, ma non così alto come al sud", Il ministro degli Esteri belga ed ex premier, Sophie Wilmes, 45 anni, positiva al Covid-19, è stata ricoverata in terapia intensiva. Lo conferma il portavoce di Wilmes, che ha precisato che tuttavia "la sua condizione è stabile". Anche nella Repubblica Ceca, che recentemente è stata completamente chiusa, nessuna regione sta segnalando tante infezioni come la Vallonia o Bruxelles, secondo Van Gucht. Tuttavia, la Repubblica Ceca, come l'Irlanda e il Galles, che hanno entrambi optato per una sorta di blocco, hanno una capacità di letti d'ospedale molto inferiore rispetto al Belgio.

"Hanno un margine molto stretto e stanno intervenendo molto rapidamente. In Belgio, siamo fortunati ad avere una capacità relativamente ampia di letti di terapia intensiva", ha detto Van Gucht, aggiungendo che dobbiamo stare attenti a non diventare compiacenti. "Abbiamo una capacità maggiore, ma può anche essere superata a lungo termine, e questo è qualcosa che vogliamo assolutamente evitare". "La situazione è molto seria" in Germania ha avvertito il presidente del Robert Koch Institute, Lothar Wieler, alla luce degli 11.287 nuovi contagi a livello federale in 24 ore prevedendo "che aumenteranno i casi gravi e il numero delle vittime". Dopo l'appello di due giorni fa della cancelliera Angela Merkel a rimanere in casa, Wieler ha ribadito che l'unica possibilità di rallentare la diffusione del virus è di "rispettare le regole in modo coerente" perché "la maggior parte dei contagi si rileva in contesti privati". Berlino intanto ha inserito 11 regioni italiane (tra cui Lombardia, Lazio e Toscana) fra le zone a rischio Covid: chi arriverà in Germania da queste aree dovrà sottoporsi al tampone o fare una quarantena di due settimane.

Il Covid travolge la Francia con il record assoluto di contagi che oltrepassano i 41mila casi in 24 ore, mentre in tutta Europa si gioca la carta dei lockdown parziali e del coprifuoco nel tentativo estremo di fermare l'avanzata esponenziale del virus e scongiurare una nuova, disastrosa, chiusura totale. Ma i dati dei contagi peggiorano costantemente e sull'efficacia del le misure di protezione in vigore gli interrogativi si moltiplicano. I dati continuano a peggiorare anche in Spagna, 1.005.295 infezioni secondo la Johns Hopkins University. Di fronte all'aumento dei malati, le autorità hanno imposto d'urgenza nuove restrizioni. Granada è la prima città spagnola dove è stato decretato il coprifuoco dalle 23 alle 6. Il ministro della Salute, Salvador Illa, ha annunciato che la Comunità di Madrid "sta lavorando a misure dure" che adotterà dopo la revoca dello stato di allarme. L’elevato numero di contagi preoccupa molto la situazione economica. In particolare la difficile situazione di bar e pub che hanno dovuto chiudere a causa del lockdown. Nel tentativo di mantenere in vita bar in difficoltà, il governo di Madrid ha creato una nuova legislazione che consente ai pub senza licenza alimentare di servire i pasti.

Secondo l'Espresso de Noche, l'organismo che sovrintende all'industria notturna, più dell'80% dei pub e delle discoteche della capitale potrebbe scomparire prima di Natale a causa delle restrizioni. Vicente Pizcueta, il portavoce della federazione degli imprenditori della vita notturna e dello spettacolo ha affermato che "il rimborso dei crediti, che hanno iniettato fondi nelle imprese della vita notturna all'inizio della crisi di marzo deve essere sospeso per tre anni". La Federazione stima che quest'anno il settore perderà circa 1,6 miliardi di euro. La nuova legge dovrebbe contribuire a prevenire la scomparsa della vita notturna a Madrid. Anche la Grecia è stata costretta a imporre il coprifuoco ad Atene e Salonicco, ha comunicato il premier Kyriakos Mitsotakis. Numeri sopra il livello di guardia in Russia - 15.971 nuovi casi e 290 morti in 24 ore - e nei Balcani. E oltre al numero di casi e di morti, in Europa continua a crescere il numero di positivi ogni 100mila abitanti secondo la mappa aggiornata pubblicata dal Centro per il controllo delle malattie (Ecdc).

Margareth Porpiglia