La Camera di Commercio Italiana dell'Uruguay è stata fondata il 10 novembre 1853 in un momento storico del paese latinoamericano, quando stava attraversando una fase di modernizzazione. Questa modernizzazione, sostenuta da una maggiore stabilità politica ed economica, ha permesso la recinzione dei campi tra il 1872 e il 1890, il consolidamento della proprietà privata e i processi industriali per la lana  tra il 1860 e il 1908. Sono state le principali misure che hanno stimolato un forte flusso migratorio proveniente dall'Europa e specialmente dall'Italia. Già a quell'epoca, di Italiani ce n'erano tanti in Uruguay.

Dati raccolti nel censimento del 1884 parlano che, su un totale di 164.028 abitanti, 72781 erano stranieri e il 20% della popolazione della capitale era di origine italiana.  La fine del XIX secolo ha marcato l'Uruguay come parte del cosiddetto "primo processo di globalizzazione", caratterizzato da un aumento esponenziale della domanda mondiale di cibo e materie prime e da un costo inferiore dei trasporti che hanno portato ad un forte aumento dell'interscambio commerciale. Un gruppo di imprenditori italo-uruguaiani dell'epoca creò la prima Camera di Commercio italiana fuori dall'Italia, come associazione senza fine di lucro per la promozione degli scambi commerciali tra Italia e Uruguay. Oggi, purtroppo già non esiste e si è spenta una decina d'anni fa per varie ragioni come crisi, gestione sbagliata e lo stesso progresso tecnologico che permette di interagire liberamente per fare business.

La Camera di Commercio faceva parte di ASSOCAMERESTERO, istituzione, con sede a Roma che riunisce una sessantina di Camere di Commercio Italiane nel mondo. Faceva parte anche di UNIONCAMERE, associazione che riunisce le 102 Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura d'Italia e delle Camere di Commercio Italiane con sede nei paesi del MERCOSUR. Negli ultimi tempi aveva un registro di circa 300 soci, tra locali e italiani. Un costante interesse nella promozione commerciale tra Italia e Uruguay ha portato la Camera di Commercio a stabilire per oltre 120 anni, rapporti con varie istituzioni pubbliche dei due paesi. La sua ultima sede al principio della Via Uruguay era una prestigiosa antica casa del secolo XIX e il suo fondatore era il nonno materno dello scomparso Presidente della Repubblica Jorge Batlle.

Dopo la dolorosa chiusura, alcuni imprenditori hanno cercato di ristabilirla anche se non era proprio facile. Aveva dei debiti ancora aperti e nessuno voleva assumerli. Aveva alti stipendi (per le circostanze dopo la crisi economica del 2008), non riusciva a coprire il budget e la UNIONCAMERE decise di ridurre e poi eliminare ogni contributo.

Alcuni anni fa un altro gruppo di imprenditori e attraverso un deciso volontariato, è nata la Cámara Mercantil Uruguay-Italia che ha oggi come Presidente un prestigioso economista ed ex Presidente della Banca Centrale dell'Uruguay, il Dott. Ricardo Pascale che, con il Segretario Mariano Prevé, stanno cercando di rielaborare un vincolo commerciale solido come lo aveva la Prima Camera di Commercio Italiana del mondo, quella di Montevideo. Con la partecipazione di Ricardo Pascale, molto vincolato all'economia uruguaiana, la Cámara Mercantil ha già ottenuto risultati incoraggianti come alcune riunioni e la riapertura del Padiglione Italia nella Rural del Prado. Purtroppo non è ancora riuscita ad avere un numero di soci che le permetta di funzionare come un ufficio di trading o avere una sede propria, ha una pagina web con qualche foto e qualche link, ma non riesce ancora a decollare anche se gli sforzi sono stati molto generosi.

Sicuramente, la chiusura della Camera di Commercio Italia-Uruguay, essendo tra l'altro stata la prima Camera di Commercio italiana nel mondo, assieme alla RAI, l'Ospedale Italiano o l'ICE, sono stati colpi durissimi per la comunitá italiana in Uruguay, ma da parte nostra e da parte di tutta la collettività italiana dell'Uruguay, i migliori auspici per una crescita della Cámara Mercantil.

STEFANO CASINI