I pescatori di Guaca, poveri pescatori della costa venezuelana, stremati dalla crisi nazionale, hanno ricevuto un dono dal cielo. Un vero e proprio tesoro, sfuggito a chissà quale scrigno, rubato a chissà quale signore.

E finito spiaggiato, nascosto tra la sabbia. Chi scava, trova: monili, gioielli, anelli d’oro, diademi, medaglioni.

La storia ha deciso di raccontarla il New York Times, ma va avanti da mesi, da settembre almeno. Quando Yolman Lares è il primo a scorgere un luccichio sulla rena: il volto della Vergine Maria è incorniciato in un medaglione d’oro zecchino.

I pescatori di Guaca e il mistero del tesoro “escondito” - “Ho cominciato a tremare. Ho urlato dalla gioia. Era la prima volta che mi accadeva qualcosa di speciale”. Ed è questo il punto: perché l’arrivo dei gioielli, come dal nulla, sembra un dono divino, o un segno del destino.

Per un villaggio, Guaca, sulla penisola venezuelana di Paria, quella cui approdò Colombo, primo fra gli europei. Lo scenario originale delle gesta di corsari e pirati, tortuga e traffici i più loschi.

Guaca, la crisi economica ha messo sul lastrico i pescatori - Un villaggio, Guaca, che era una sorta di isola felice ma dove da troppo tempo non si lavora più.

Qui la pesca dava da mangiare a tutti, prima della crisi economica, del carburante, delle commesse. Dei 30 stabilimenti della zona che stoccavano tonno e sardine per tutta la nazione, ne sono rimasti attivi solo 8.

Non si guadagna più, ci si arrangia. Fino alla pesca miracolosa. Fino alla scoperta del “tesoro escondito”. Al ritrovamento di Lares ne sono seguiti molti altri, nella vera e propria caccia al tesoro che l’evento ha scatenato.

Con decine di persone intente a scavare, cercare, rimestare nella sabbia. Alcuni hanno cercato notte e giorno, dormendo nelle barche dei pescatori in spiaggia, ormai da troppo tempo inattive.

Ciro Quijada ha trovato un anello d’oro: “C’è lo zampino di Dio” - Così ad oggi sono decine i residenti di Guaca – circa 2mila anime in tutto – che possono dire di aver ricevuto uno di quei ‘doni del destino’. Per Ciro Quijada, che ha trovato un anello d’oro, c’è lo zampino di Dio.

Ne è sicuro. Si tratta per la gran parte di anelli d’oro, ma anche monili d’argento e perfino pepite. Stando ad alcuni dei pareri raccolti alcuni dei preziosi sarebbero di provenienza e fabbricazione europea: Belgio, Gran Bretagna.

Probabilmente commercializzati all’inizio del Ventesimo secolo. Poco importa però, ormai è leggenda e un regalo per un Natale con un po’ di speranza in più.