È una delle tante belle storie italo-americane. E se oggi si tratta di un grande sforzo per mantenere viva la nostra lingua negli Stati Uniti, non c'è solo questo. Tanti gli esempi che si possono portare, ma uno dei più luminosi si chiama 'Dorothea's House, Casa di Cultura Italiana, Dorothea Van Dyke McLane Association'. Per conoscerne la storia si deve andare a Princeton, nel New Jersey, nota nel mondo per la omonima università. Ma in quella città di poco più di 30.000 abitanti che vive del suo ateneo, c'è anche la Dorothea's House che, seppur in tempi così difficili, ha aperto un'altra volta le iscrizioni per i propri corsi di lingua italiana: dall'11 gennaio andranno avanti per 15 settimane. Ma a causa della pandemia si tratterà di insegnamenti virtuali, didattica a distanza, organizzati in maniera tale da avere un accesso diretto.

Per le informazioni si può andare su dorotheashouse.org/classes, dove ci si può registrare attraverso moduli online che presentano tutte le opzioni di pagamento: il programma completo ha un costo di 185 dollari, termine ultimo per le iscrizioni il 4 gennaio. Ed è anche importante che chiunque sia interessato, lo faccia presente entro quella data, in modo tale che gli organizzatori sappiano il numero di allievi e che il corso stesso non venga cancellato o posticipato per un basso numero di iscrizioni. Si sa, lo studio della lingua rappresenta la prima maniera per mantenere viva una cultura. Tentativo portato avanti anche da altre istituzioni, ad esempio, e questa è una novità, anche la University of Jamestown nel North Dakota attraverso il Foreign Language con i corsi 'Spring 2021' che ha lanciato un nuovo programma, per principianti.

Ma l'impegno di 'Dorothea's House' ha una sua storia, che è ultra secolare. Infatti per andare agli inizi si deve correre indietro fino a oltre cento anni fa. Fu fondata il 6 febbraio 1913, in memoria di Dorothea van Dyke McLane, una assistente sociale che all'epoca si era occupata degli immigranti italiani appena arrivati negli Stati Uniti, appunto a Princeton nel New Jersey. Una vicenda dolorosa, perchè Dorothea morì di parto ad appena 23 anni, il 24 febbraio 1912. In seguito alla sua scomparsa il padre, il dottor Henry van Dyke, docente alla Princeton University, ma anche poeta e diplomatico e il marito della figlia, Guy Richard McLane, agente di cambio a New York, decisero di creare l'associazione per fare in modo che si potesse continuare a servire la comunità italiana in quegli anni sempre più numerosa.

"... originare, promuovere, sviluppare, portare avanti e impegnarsi in opere di beneficenza per il benessere degli abitanti di Princeton, principalmente quelli di etnia italiana". Queste le parole che furono usate per redigere lo statuto dell'associazione e poco dopo fu anche scelta la sede, la stessa di oggi, edificata su un terreno donato dal dottor Van Dyke per una elegante palazzina di due piani in stile italiano ovviamente. Ecco come nacque 'Casa Dorotea', ufficialmente inaugurata il 14 ottobre 1914. All'inizio 'Dorothea's House' fu la base per tanti immigrati italiani arrivati a Princeton: offriva opportunità sociali ed educative, ma anche aiuto per trovare un alloggio e una occupazione. Poi dagli anni Trenta i servizi offerti si sono estesi dando spazio anche alle altre organizzazioni non profit esistenti nella zona. Quindi dal 1963 è stato istituito anche un programma annuale che offriva oltre 400 borse di studio ai diplomati delle scuole superiori locali e dal 1969 un premio, intitolato a Dorothea, da consegnare a uno studente della Princeton High School che si fosse distinto nello studio della lingua italiana.

Altre novità dal 1986 con programmi per sperimentare direttamente la cultura italiana e se all'inizio di questa avventura ultra secolare, venivano offerti corsi di lingua inglese agli immigrati, dal 1991 quella tradizione è tornata, ma da vista da un angolo differente: corsi di italiano per non perdere la cultura tricolore. E se centri di cultura italiana esistono in diverse città degli States, 'Dorothea's House' rappresenta un raro esempio di una organizzazione fondata all'inizio del secolo scorso che nel tempo si è adeguata ai cambiamenti della società, mantenendo però intatta la propria missione.

Sandra Echenique