Il made in Italy che piace a tavola: la bistecca alla Fiorentina è diventata doc. Lo rende noto Coldiretti Toscana sul proprio sito, evidenziando come "a 20 anni dal primo caso di mucca pazza riscontrato in un allevamento in Italia del 12 gennaio 2021" sia arrivata, finalmente, "l'iscrizione nell'elenco dei prodotto tradizionali della Toscana per la bistecca fiorentina che era stata a lungo bandita dalle tavole a causa della drammatica emergenza sanitaria". La Coldiretti ha anche ricordato che il 12 gennaio 2001 nella provincia di Brescia fu individuato il primo bovino in Italia colpito dal cosiddetto morbo della mucca pazza, l'encefalopatia spongiforme bovina (Bse) diagnosticata per la prima volta in un allevamento in Gran Bretagna nel 1985 e poi diffusa in tutta Europa.

LA GIUSTA TUTELA
Ebbene, spiega ancora Coldiretti, "la fiorentina nostrana viene ora giustamente tutelata dall'iscrizione nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali (PAT) che fa riferimento al  Decreto Ministeriale 8 Settembre 1999 n. 350 e comprende specialità che sono particolarmente tradizionali e legati a un territorio e alla sua storia: dai metodi di realizzazione,  conservazione, stagionatura, creazione che si sono consolidate e protratte nel tempo, secondo le regole tradizionali e per un periodo non inferiore a 25 anni.

UN PIATTO PER FIRENZE CAPITALE
Proprio per questo – sottolinea la Coldiretti è necessario che l'origine della carne sia locale. La bistecca alla fiorentina ha una lunga tradizione tanto che a fine ‘800 venne presentata come piatto toscano per Firenze capitale d’Italia.

LA RICETTA DI ARTUSI
Fu Pellegrino Artusi, nel suo "La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene" (edito nel 1981), a spiegare come doveva essere cucinata la vera bistecca fiorentina: "Mettetela – si legge – in gratella a fuoco ardente di carbone, così naturale come viene dalla bestia o tutt'al più lavandola e asciugandola; rivoltatela più volte, conditela con sale e pepe quando è cotta, e mandatela in tavola con un pezzetto di burro sopra. Non deve essere troppo cotta perché il suo bello è che, tagliandola, getti abbondante sugo nel piatto. Se la salate prima di cuocere, il fuoco la risecchisce, e se la condite avanti con olio o altro, come molti usano, saprà di moccolaia e sarà nauseante".