Lo scorso sabato 30 gennaio, con la pubblicazione di un articolo sul quotidiano italiano la Repubblica, è cominciata la bufera su Fiorella Cario: l'articolo in questione faceva riferimento all'assunzione della sorella del Senatore Cario presso il Consolato Generale d'Italia a Buenos Aires proprio nel momento in cui, in Italia, la maggioranza di governo era a caccia di senatori per sostenere un futuro governo "Conte ter".

Fino a quel momento tutto si è svolto nella norma: il giornalismo indaga un sospetto "scambio di favori". Tuttavia, abbiamo potuto constatare che le accuse risultano essere infondate. La signora Cario è, infatti, stata regolarmente assunta dall''agenzia interinale GI GROUP SEARCH AND SELECTION S.A. (come evidenziato dal contratto che ha scelto mostrare), agenzia tramite la quale il Consolato svolge le assunzioni.

"Credo di conoscere questo gioco," ha scritto Fiorella in una lettera aperta, "l'impatto che si cercava con la notizia dell'assunzione della sorella di un Senatore della Repubblica in Consolato è stato, senza dubbio, trovato. A nessuno importa che mi fossi iscritta ad un'agenzia interinale per uscire da una difficile situazione di disoccupazione e che il mio profilo sia coinciso con quello della figura richiesta dal Consolato Generale d'Italia a Buenos Aires per un impiego temporaneo, monotono ed a basso stipendio ($13.000 pesos,65€ euro al mese).",

"Invece - continua la sorella più giovane della famiglia Cario- all'improvviso, pare che io debba essere costretta ad accettare di essere una vittima del "gioco" politico. Sinceramente però tutto questo non lo capisco e sono fiera di non capirlo. Ecco il mio contratto ed anche le mie dimissioni, spero che questo sia sufficiente per dissipare i dubbi di voi sciacalli senza limiti".

Dimostrata l'assenza di conflitto d'interesse con la pubblicazione del contratto tramite l'agenzia interinale, e con le dimissioni della signora Cario, decade l'operazione politico-mediatica nei confronti di una persona che reclama il proprio diritto ad avere una vita privata, diffamazione fatta senza alcuno scrupolo da parte di alcuni politici e giornalisti abituati ad azionare la macchina del fango.

"So bene quale incarico ricopre mio fratello e capisco le inevitabili conseguenze, ma spero di non capire mai la meschinità con cui, spesso, viene trattata la vita privata delle famiglie di coloro che scelgono la vita pubblica. Lo dico pensando a quei rivali politici di mio fratello, come Fabio Porta, coordinatore Pd in Sud America, che, senza alcuno scrupolo, ha parlato della mia vita senza conoscermi, senza sapere nulla di me. Ma lo dico anche pensando ai giornali, ai quotidiani come la Repubblica o ai siti online come l'italo-uruguaiano Gente d'Italia che ha addirittura reso pubblica la mia immagine con indegna impunità", si sfoga la signora Cario.

La lettera di Fiorella Cario si chiude con la dichiarazione di aver già iniziato azioni legali contro chi ha attuato in modo irresponsabile contro di lei. "Io non sono un politico. non sostengo il governo e non mi sono mai presentata alle elezioni. Io, al contrario di mio fratello, ho scelto una vita privata. Una vita che oggi persone che ritengo carenti di principi morali hanno voluto rendere pubblica. A Fabio Porta ed a quei quotidiani con prassi estorsive arriverà una querela per diffamazione. Finalmente sarete voi a capire che ci sono limiti che devono essere rispettati.

(Questo articolo è firmato da Pablo Mandarino del settimanale l'Eco d'Italia di Buenos Aires il quale ci ha inviato il pezzo)