di Matteo Forciniti

Si respira una certa tristezza in mezzo al caos dei camion pieni di frutta e verdura che invadono in ogni angolo il Mercado Modelo nel suo ultimo giorno di vita dopo 84 anni di onorata esistenza. Oggi, venerdì 19 febbraio, va ufficialmente in pensione il mercato ortofrutticolo più grande dell’Uruguay sopravvissuto al coronavirus ma vittima del progresso e dello sviluppo urbanistico di Montevideo che ha praticamente espulso questo angolo disordinato della città fuori dai suoi confini segnando la fine di un’epoca.

Con questa chiusura se ne va anche un pezzo di Italia in Uruguay perché, nonostante il trascorso degli anni e il cambio di generazioni, gli italiani sono stati i grandi artefici di questo spazio, i protagonisti silenziosi di una storia durata quasi un secolo.

Tra le cassette di pomodori, banane e patate si vedono ancora oggi i segni di un passato che ha lasciato il segno come testimonia l’infinità di cognomi presenti: Agropoli, Caputo, Moizo, Calcetto, Bertolotti, Caporale, Langone, Monzillo, Marino, Pepe, Pizzorno, Gentile, Guarino, Yorio…

Cono Vallone, uno dei pochi italiani rimasti al Mercado, oggi abbasserà la saracinesca del suo locale per l’ultima volta. Parla con un’inevitabile vena nostalgica e con la consapevolezza di aver fatto il proprio dovere: “Sono qui da quarant’anni, sento un’emozione particolare, è come lasciare un pezzo della mia vita. Le ho attraversate tutte, ci sono stati periodi buoni e periodi di crisi ma per fortuna ne sono sempre uscito bene. Nel lungo cammino c’è stata tanta felicità, tanti sacrifici, tante storie e tanti amici con cui ho condiviso momenti di gioia e ricordi indimenticabili. Da qui ho visto passare migliaia di connazionali, paesani, soprattutto gente del sud ma non solo” racconta mentre mette a posto le ultime cose e vende i pochi limoni rimasti. Il locale è quasi vuoto, è rimasta solo qualche cassetta di legno a fargli compagnia.

Nato in provincia di Salerno e sbarcato in Uruguay nel 1954, Cono iniziò a lavorare con il cognato nel settore della distribuzione per poi arrivare a comprare negli anni ottanta questo posto dove ha fatto da intermediario tra produttori e supermercati. Fin da bambino la sua grande passione è la musica che lo ha portato anche esibirsi nel 2017 nella festa per gli ottant’anni del Mercado Modelo dove ha cantato ‘O sole mio, uno dei momenti più belli che lo legano a questo posto. Per lui il futuro è incerto, penserà se continuare o meno più avanti: “Non so ancora se mi trasferirò nella nuova struttura, sto valutando. Per il momento mi prendo due mesi di pausa e poi vedremo. Ho 68 anni, ci devo pensare bene”.

Il nuovo mercato -su cui c’è stata una forte disputa politica per il controllo tra il governo nazionale e il dipartimento di Montevideo- è stato costruito in una zona periferica e aprirà le porte questo lunedì: la Unidad Agroalimentaria Metropolitana (UAM) sorge su 95 ettari di terreno in quello che viene presentato come il centro logistico di alimenti più moderno dell’America Latina.

Il vecchio Mercado Modelo, fatiscente e ormai in decadenza, viene salutato con un enorme applauso alle 8 del mattino dalle tantissime persone presenti. Con la speranza di un futuro migliore, finiscono così 84 anni di una storia gloriosa che oggi si porta via anche un po’ di Italia in Uruguay.