di Giovanna Chiarilli

Anche se è mancata nelle edicole, Gente d’Italia non ha mai smesso di garantire la più ampia informazione ai suoi lettori; grazie alla versione on line ha quotidianamente diffuso notizie dedicando ampio spazio, in particolare, a quelle che interessano direttamente la comunità all’estero. In occasione del “ritorno” nelle edicole insieme a El Pais, riprendiamo alcuni interventi degli addetti ai lavori, subito dopo il giuramento del Governo Draghi, per evidenziare richieste e aspettative da questo nuovo esecutivo.

“Tutto da scrivere il capitolo sugli italiani all’estero”. In effetti, secondo le parole dell’Onorevole Angela Schirò, almeno ad oggi, la considerazione, l’attenzione che il Governo Draghi intende riservare ai cittadini che risiedono all’estero, è da scoprire. E sono in molti, subito dopo la consacrazione di questo nuovo esecutivo, ad aver rivolto al Presidente del Consiglio “appelli” affinché, tra i molteplici e anche drammatici problemi che si dovranno affrontare, non ci si dimentichi di chi vive all’estero.

Ad esempio, per continuare con le parole dell’Onorevole Schirò, “la modernizzazione della pubblica amministrazione è un punto cruciale per dare dinamismo al sistema, ma lo è ancora di più all’estero, dove la rete dei servizi ai connazionali e alle imprese, per vecchie tare e per nuovi freni dovuti alla pandemia, è diventata sempre meno accessibile e adeguata. Ne va della cittadinanza reale degli italiani all’estero e della possibilità di sviluppare in modo adeguato l’internazionalizzazione del Paese. Così anche per il sistema della promozione linguistica e culturale. Nell’opinione comune, siamo ancora una potenza culturale mondiale, ma non possiamo dormire sugli allori. La pesantezza e i ritardi della nostra programmazione amministrativa in questo campo (si pensi ai contributi agli enti gestori e all’invio di docenti all’estero) rischiano di riassorbire progressivamente questo credito”. Nel concludere il suo “appello”, l’Onorevole Schirò si è soffermata sulla capacità dei milioni di connazionali all’estero, già ampiamente rodata in altre drammatiche situazioni, di poter garantire un contributo determinante alla ripresa del Paese, “ma occorre che siano messi nella condizione di poterlo fare”.

Anche l’Onorevole Fucsia Fitzgerald Nissoli, nel suo intervento alla Camera in occasione della fiducia al neo Governo, ha voluto ricordare che “all’estero ci sono circa 6 milioni di italiani: una grande risorsa per l’Italia, per la sua proiezione internazionale e per lo sviluppo del Sistema Italia nel mondo”. Una risorsa che non ha dimenticato il profondo legame con l’Italia e che è fermamente convinta della capacità e volontà di porsi come parte attiva nell’azione di rinascita-risanamento che il nuovo Governo dovrebbe garantire. Ma per raggiungere questo obiettivo, “dobbiamo essere inseriti a pieno titolo nelle politiche di sviluppo dell’Italia”.

L’Onorevole Nissoli, in conclusione del suo intervento, ha sottolineato un ulteriore auspicio degli eletti all’estero della maggioranza: “che gli obiettivi siano raggiunti con un lavoro comune attraverso una leale collaborazione e uno spirito unitario a servizio dei cittadini e a prescindere dall’appartenenza politica”.

A ribadire la necessità di “inquadrare nelle coordinate programmatiche del governo i problemi, il ruolo e le proposte degli italiani all’estero, che del rilancio dell’Italia sono un fattore indispensabile”, l’Onorevole Francesca La Marca. “Draghi è una figura di spessore internazionale, sono sicura che saprà rendersi conto di questa necessità. Lo stesso mi auguro che facciano i ministri, ognuno nel proprio campo di responsabilità e di iniziativa. E, comunque questo sarà il nostro impegno di eletti all’estero fin dai prossimi giorni”.

Anche il Presidente dell’Aitef (Associazione Italiana Tutela Emigrati e Famiglie), Giuseppe Abbati, ha scritto al Presidente Draghi per auspicare un decisivo cambiamento verso gli italiani all’estero ormai da troppo tempo “abbandonati”. Necessaria, quindi, un’inversione di tendenza che porti a concretizzare significative riforme per uscire dalla crisi, sempre senza dimenticare la consistente realtà formata dagli italiani nel mondo. Abbati ha chiamato in causa anche le Regioni che, a parte qualche eccezione, non riservano alle loro comunità all’estero la dovuta attenzione e considerazione. Il Presidente dell’AITEF si è soffermato sulla necessità di coinvolgere le nuove generazioni, anche attraverso una partecipazione più ampia possibile alle consultazioni elettorali utilizzando le nuove tecnologie per arrivare al voto elettronico. Ma i temi da affrontare, sui quali Abbati ha richiamato l’attenzione di Draghi sono molteplici: CGIE, Comites, Associazioni e Ministero degli Affari Esteri, tutte realtà di primaria rilevanza per i connazionali all’estero.

Tra le varie richieste indirizzate al Presidente del Consiglio, anche quella dell’Associazione “Identità Italiana – Italiani all’estero”, nata lo scorso febbraio con l’obiettivo di promuovere la conoscenza della lingua e cultura italiana nel mondo. Attraverso il suo Presidente, Aldo Rovito, l’Associazione ha messo in evidenza alcuni argomenti, da affrontare in questa legislatura, che riguardano le nostre collettività all’estero. La prima osservazione, riguarda la necessità di coinvolgere nel “piano vaccinale” anche chi vive all’estero, come i membri delle nostre Forze Armate impegnati nelle missioni di pace e di sicurezza internazionale, i dipendenti del Ministero degli Esteri e tutte le altre realtà italiane (Camere di Commercio e Scuole), senza dimenticare “i nostri connazionali che risiedono in Paesi nei quali, per carenze storiche delle infrastrutture sanitarie o per condizioni di crisi delle finanze pubbliche, con molte difficoltà e ritardi potranno essere avviati efficaci piani di vaccinazione della popolazione residente”.

Tra gli altri punti analizzati nella lettera, la situazione della Scuola italiana di Asmara, ad oggi, l’Istituto risulta chiuso: “Richiamiamo l’importante funzione culturale e formativa svolta in oltre cento anni di vita da quella istituzione a beneficio dei giovani italiani ed eritrei, l’importanza di una forte presenza dell’Italia con gli strumenti della Cultura in quella particolare regione del Continente Africano, non solo per l’immagine del nostro Paese, ma anche per lo sviluppo delle relazioni commerciali ed economiche”. A conferma della rilevanza delle Scuole italiane all’estero in generale, l’Associazione le ha definite “un fiore all’occhiello della nostra presenza all’estero; esempio dell’eccellenza italiana. Bisogna ricondurle al loro antico elevato livello formativo e culturale, attraverso un aumento dei fondi ad esse destinate”. Secondo il Presidente Aldo Rovito, garantire un impulso ai finanziamenti destinati a tutte le attività culturali, rappresenta “il migliore investimento pubblico per incentivare sia il turismo verso il nostro Paese, sia le esportazioni dall’Italia, come ha di recente ricordato anche il Presidente della Società Dante Alighieri, Prof. Andrea Riccardi”.

Nell’appello a Draghi non è stato dimenticato un cenno al sistema dei contributi destinati alla stampa italiana all’estero che necessita di una semplificazione, anche burocratica, nonché un incremento dei fondi. Dopo aver ricordato la riforma costituzionale che ha ridotto i parlamentari determinando “una rappresentatività con minor peso di noi residenti all’estero nel Parlamento”, il Presidente dell’Associazione Culturale “Identità Italiana – Italiani all’estero”, ha chiesto a Draghi un’attenzione particolare per la comunità degli Italiani di Crimea, fortemente penalizzata da drammatiche vicende, e che, ad oggi, risulta fortemente ostacolata nell’intrattenere rapporti con l’Italia: “pur avendo ottenuto da pochi anni il riconoscimento di ‘minoranza etnica perseguitata’, con decreto del Presidente Putin, a questi nostri ‘fratelli’ è di fatto impedito ogni contatto con l’Italia, ad esempio per ricevere i libri per la scuola in cui viene insegnata la Lingua Italiana dai volontari dell’Associazione Italiani in Crimea (CERKIO)”.

Non poteva mancare l’appello del Segretario del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, Michele Schiavone. Oltre alle congratulazioni per il prestigioso incarico, Schiavone ha voluto sottolineare che “i connazionali all’estero, alla stregua dei nostri concittadini in patria, sono da tempo in attesa di una profonda svolta delle politiche di resilienza e di rilancio dell’Italia, volte a trasformarla e modernizzarla al fine di creare maggiori opportunità per l’occupazione, la formazione e l’istruzione, tali da far progredire le condizioni di un rafforzamento sostanziale della vita nel nostro Paese e nei consessi geopolitici”.

Schiavone si è poi soffermato sulla credibilità di cui gode all’estero il Presidente Draghi; credibilità che può avere come risultato, anche una positiva considerazione dei governi e delle istituzioni dei paesi ospitanti verso i nostri connazionali. Entrando nel vivo delle sue richieste, Schiavone ha scritto: “Siamo certi che per la Sua esperienza maturata anche fuori dall’Italia, terrà nella dovuta considerazione le istanze e la disponibilità degli italiani all’estero a contribuire direttamente alla realizzazione del Suo programma di legislatura. Nel mondo degli italiani all’estero emerge una vistosa richiesta di semplificazione legislativa, dell’adeguamento dei processi di digitalizzazione ai servizi della pubblica amministrazione e nella rete diplomatico-consolare, come anche di una rivisitazione delle norme relative ai livelli e agli strumenti della rappresentanza politica nei territori oltre confine e nel Parlamento italiano”.

Schiavone ha infine ricordato la IV Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome-CGIE, i cui lavori preparatori sono stati bloccati a causa dell’avvicendamento del Governo; l’auspicio è che il Governo si impegni “affinché, a dodici anni di distanza, questo organismo possa ritrovarsi per definire il programma delle politiche triennali per gli italiani all’estero”.