Quello del razzismo è un virus subdolo, che agisce di nascosto, "muta facilmente e invece di sparire si nasconde: è sempre in agguato". Ad affermarlo, in un tweet in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale, è Papa Francesco.

IL MASSACRO DI SHARPEVILLE. La ricorrenza, voluta dalle Nazioni Unite nel 1966 a ridosso del primo giorno di primavera, non è casuale: il 21 marzo del 1960, a Sharpeville - nel Gauteng meridionale -, ci fu una tra le più tristi pagine della storia moderna, nota come "Il massacro di Sharpeville". Un gruppo di dimostranti sudafricani scioperò contro le norme del regime dell'apartheid, e una in particolare, secondo cui qualunque uomo dalla pelle nera per accedere ad una zona riservata alla gente bianca si sarebbe dovuto procurare un'autorizzazione. Il sopruso scatenò l'indignazione del popolo, che manifestò pacificamente per le strade del paese. Nonostante ciò la polizia aprì il fuoco contro le folle: ci furono 69 morti e 180 feriti.

Il Pontefice fa luce anche sull'aspetto sociologico del fenomeno: il razzismo "rinnova la vergogna, dimostrando che i progressi della società non sono assicurati una volta per sempre".