di Franco Esposito

Didattica a distanza. Il video l’ha pubblicato una ragazza. Studentessa universitaria a Pisa, con il suo gesto ha animato la Pasqua nella città pisana e dintorni. Si è presa spazio ed evidenza, non solo sui giornali locali. Il riflesso della curiosa vicenda è finito sulle pagine anche dei quotidiani nazionali in versione pasquale. Nel frame del video si vede un docente universitario di diritto commerciale sorpreso dallo studente da esaminare che sta guidando un autobus di linea.

Ma com’è? Fantasia o che cosa? Pura realtà.

L’autista del bus mentre guida va online per l’esame all’università. Tra un biglietto da staccare, una botta di clacson e una curva da ridurre alla dolcezza con l’uso del volante, perché non sostenere in contemporanea anche l’esame di diritto commerciale? Deve essere stato questo il pensiero pazzo di uno studente dell’università di Pisa, autista di bus. E come tale, in questa veste, si è presentato all’interrogazione online con il professore mentre portava i passeggeri del bus in giro per le strade di Pisa.

Quarantotto anni, di Livorno, dipendente della Ctt Nord, la società di trasporto pubblico della Toscana, lo stravagante, intemerato, incosciente autista-studente si è affacciato alla stanza virtuale munito di mascherina, auricolare, con le mani salde sul volante. Ordinario di diritto commerciale, il professore Vincenzo Pinto gli chiede “ma lei sta guidando un autobus?”. L’autista-studente risponde in maniera affermativa, come se si trattasse della cosa più normale e naturale di questo mondo.

Succede questo, papale papale. Il docente blocca l’autista-studente. “Si metta nei miei panni, come faccio a proseguire l’esame mentre lei guida? Lei si distrae un attimo e io mi sento responsabile di una sua maldestra azione”. La scena viene ripresa da una studentessa e condivisa successivamente sul profilo Youtube “Raccoltadifferenziata”. Si sono scatenati i commenti, a centinaia. La Ctt Nord ha avviato un’inchiesta. E l’università? L’ateneo critica la studentessa che ha pubblicato il video. Una roba dell’altro mondo.

Tornando a bomba, il professore insiste, tra lo stupore e il mortificato “c’è scritto dappertutto di non parlare all’autista. Non posso farle l’esame in queste condizioni”. Ma lo studente-autista non intende di mancare l’appello. “Parlare posso parlare”, nel tentativo di convincere il docente. Il professore universitario le prova tutte, compresa la soluzione chiamiamola di riserva. “A che ora finisce il turno? Alle quattordici? Bene, o io o uno dei miei collaboratori le faremo l’esame alle quattordici”. Accordo raggiunto. “Grazie, professore”, mentre si vede un passeggero scendere dal bus alla fermata.

L’autista-studente dovrà rispondere del proprio comportamento ai suoi superiori. Facile pensare a pesanti provvedimenti disciplinari, peraltro inevitabili. La Ctt Nord non intende transigere sull’episodio. Ma l’interessato protagonista del più sconcertante episodio di didattica a  distanza? Sostiene di aver spiegato tutto al rettore dell’università e all’azienda. Intanto si è premunito: chiesta l’assistenza di un avvocato.

Il professore Pinto ha tenuto fede all’impegno. Lo studente ha potuto sostenere l’esame alle due del pomeriggio. Commenti? Nessuno. Poche parole da parte del docente. “Non commento per non alimentare situazioni già probabilmente negative per questa persona che era per guadagnarsi il pane. E che ora rischia di subire provvedimenti disciplinari”.

L’università, poi. In una nota condivisa con il Consiglio degli studenti, conferma “il divieto di registrare gli esami”, al netto del fatto che il video registrato pubblicato come “un’indiretta e involontaria occasione di bullismo, da cui l’ateneo si dissocia invitando a un utilizzo responsabile dei canali social”.

Ma questo eclatante episodio non è l’unica stranezza capitata ai professori, in più di un anno di didattica a distanza. Gli esami sono diventati fonti di aneddoti. Racconta Eugenio Pizzini, professore di scienze politiche. “Ogni tanto vedo comparire qualche animale domestico e possono capitare incursioni di mamme o coinquilini. Una ragazza portoghese, durante un esame scritto da inviare sul momento, ha capito che il testo doveva essere a mano e anziché mandarmi il file ha scattato una foto del compito compilato a penna”.

Quella didattica a distanza ormai bersaglio di maledizioni. “A me è capitato – riferisce il titolare della cattedra di economia ecologica, Tommaso Luzzetti – che qualcuno si collegasse, rispondesse all’appello, e poi sparisse misteriosamente al momento dell’esame. Alcune volte ho chiesto ai ragazzi che ripetevano meccanicamente di mettere le mani sul mento per far vedere che non usavano il mouse. E da lì hanno fatto scena muta”. Ma è ancora niente, in fatto di aneddoti. Ci sono professori che hanno visto negli occhi degli studenti “il riflesso di pagine che venivano consultate”.

L’ultima trovata, ma non successiva allo sconcertante episodio dell’autista-studente esaminando di diritto commerciale mentre guidava il bus, è quella di cambiare gli sfondi. “Lo scopo è di nascondere i poster della camera o il disordine: Alcuni studenti scelgono di sfumare i contorni o di venire circondati da immagini e location fantasiose”.

Quei danni infiniti della didattica a distanza. Inevitabile da marzo 2021, ma da non replicare mai più. Vaccinazioni pensateci voi.