di Federica Fantozzi

Non il partito della "leadership carismatica individuale" ma dell'"intelligenza collettiva". Non il partito del Nazareno, della "sede centrale con un grande ufficio di comunicazione", ma della "prossimità, delle periferie, dei territori lontani, dei centri minori, della provincia". Non il partito "del potere e del sistema" bensì capace "di rigenerarsi se andrà all'opposizione". Il partito (anche) di "quelli che non ce la fanno".

A un mese dalla sua elezione a segretario – era domenica 14 marzo – Enrico Letta delinea il suo Pd, che auspica dopo di lui guidato da una donna, battendo su due tasti: identità e modernità. Rilancia i "diritti" come ius soli e e ddl Zan, promette primarie, rimette al centro gli iscritti. E vuole una forza completamente europea, con i gruppi parlamentari di Roma e Bruxelles che si muovono all'unisono. Sull'ispirazione dei Verdi tedeschi o dell'esperienza francese di Macron? Al contrario: "La mia ambizione è che il Pd diventi un modello, un punto di riferimento in Europa come fu l'Ulivo negli anni Novanta".

L'identikit nasce ai microfoni di Radio Immagina - l'emittente Dem nata a gennaio e diretta da Andrea Bianchi - che oltre allo streaming si appoggia a frequenze locali. È il primo filo diretto (settimanale) con iscritti, militanti, presidenti di circolo. È la seconda puntata del questionario già inviato a 3mila circoli con 40mila risposte. Sabato in assemblea nazionale verranno illustrati i risultati, e partiranno le "agorà democratiche": sei mesi di consultazioni, per "decidere insieme". Parola più citata: lavoro. Poi: giovani, Europa, diritti.

Il segretario si accomoda sullo sgabello dello studio di registrazione con lo sfondo giallo e blu, si toglie la giacca, beve dalla borraccia. Sul muro tre orologi segnano l'ora di Roma, Berlino e New York. Avvisa subito che il "toto-data sulle riaperture" non gli piace: "Genera frustrazione, è come dare i numeri al lotto". Al telefono c'è Mila dal circolo emiliano di Granarolo, che vorrebbe consolidare il Recovery Plan. "Condivido – è la risposta – Il Pd europeo e italiano lavori con Draghi, con gli alleati temporanei (Lega) e anche futuri (M5S) per renderlo permanente". C'è anche una questione di responsabilità: "Se Italia o Spagna falliscono renderanno più facile agli olandesi tornare a prima, al bilancio asfittico che ostacolava gli investimenti".

Maria Francesca De Vincenzi chiama dalla provincia di Palermo a nome delle donne del Sud. È un tasto doppiamente sensibile. Letta menziona il rapporto tra asili nido e occupazione femminile. Si congratula con la sua ex ministra Maria Chiara Carrozza, già rettrice della Scuola Sant'Anna di Pisa, appena nominata alla guida del Cnr: "Quando il mio tempo sarà scaduto, vorrei lasciare la leadership del Pd a una donna".

Lo speaker Cristiano Bucchi legge a raffica le domande che arrivano: "Il Pd ha tradito i lavoratori, come ricostruire i loro diritti? Esiste ancora una classe operaia, Enrico lo sai? Non si può essere il partito di tutti, da che parte state? Cambierete le regole per le pensioni?". Centinaia di messaggi: auguri, domande, richieste precise. Sulle scelte, l'ex premier rimanda alle "agorà", ma non si smarca: "La riforma fiscale dovrà tenere conto che quest'anno non è stato uguale per tutti, c'è chi ha pagato di più il virus". Nel faccia a faccia con Draghi, Letta ha aperto il dossier imprese, su cui torna: "Troppo spesso si percepisce il Pd come il partito solo dei dipendenti, ma noi guardiamo anche alle piccole e medie imprese che hanno sofferto".

A Simona, segretaria del circolo di Lainate che chiede lumi per affrontare il tesseramento, promette: "Per un po' si è preferito parlare agli elettori e gli iscritti si sono sentiti con un ruolo inferiore. Nel mio Pd la loro voce conterà". A Giulia che lamenta poca attenzione ai ragazzi ripete: "Se non li riporto nel partito e non ringiovanisco la classe dirigente avrò fallito comunque". A Giovanni da Treviso, preoccupato per le amministrative, annuncia partecipazione e primarie: "La politica via Zoom non è uguale". La logica è quella delle coalizioni: "No al partito della clava per uccidere chi gli sta intorno e avvantaggiarsi, servono generosità e lungimiranza". Con Anna da Avezzano insiste su ius soli e ddl Zan: "Vedo un problema culturale. Non è che senza diritti combattiamo meglio la pandemia".

È durissima Lorena da Correggio, nel cuore dell'un tempo ricca Emilia: "Oggi nell'urna metterei una X. Sono vedova da giovane, dissanguata dalle tasse, non riesco a vivere dignitosamente. Siamo stanchi, segretario, la sua è un'impresa titanica". Letta le chiede un surplus di credito: "Il Pd parlerà e agirà anche per quelli che non ce la fanno. Abbiamo le carte in regola per dare risposte".