In Burkina Faso più di 1,5 milioni di bambini sotto i cinque anni, oltre un terzo del totale in questa fascia di età, stanno facendo i conti con la malnutrizione, a causa della mancanza di cibo che nel Paese riguarda quasi 13 milioni di persone, di cui circa la metà minori, è l’allarme lanciato oggi da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro.

Le violenze in corso hanno provocato la fuga di centinaia di migliaia di persone, aggravando ulteriormente la situazione dei bambini. Le regioni orientali e centro-settentrionali del Paese sono tra le più colpite, con 670 mila bambini che hanno dovuto abbandonare le loro case con le loro famiglie.

L'insicurezza nelle zone rurali implica che molte famiglie non possono lavorare nei campi o prendersi cura del bestiame, vale a dire le loro principali fonti di reddito e cibo. Per paura di essere attaccati o reclutati da gruppi armati, molti persone sono costrette a non andare a lavorare se ciò implica spostarsi al di fuori delle loro comunità. A causa di questa situazione molte famiglie dipendono dagli aiuti umanitari, spiega l’Organizzazione.

Lo scorso anno Save the Children ha raggiunto più di 170 mila bambini, compresi quelli che vivono nei campi per sfollati, attraverso interventi a sostegno delle comunità e dei minori più vulnerabili.

Fadimata*, di 14 mesi, soffre di malnutrizione da quando gli attacchi e le violenze hanno costretto lei e sua madre Hawa* a fuggire. Grazie al sostegno di Save the Children attraverso gli Spazi a misura di bambino la salute di Fadimata* è migliorata.

"Quando sono andata nello Spazio a misura di bambino a Kaya, ho preso parte ad alcune lezioni dimostrative su come preparare cibi nutrienti per i nostri figli. Ora Fadimata si sta riprendendo. Prima di allora, non avevo una conoscenza adeguata dell'alimentazione dei bambini, ma ora ne posso vedere gli effetti positivi su mia figlia, così come sugli altri bambini ", ha raccontato Hawa.

Secondo le Nazioni Unite, sono necessari più di 600 milioni di dollari per affrontare i crescenti bisogni umanitari in Burkina Faso. Nei primi tre mesi del 2021 è stato coperto solo il 3,7% di questo budget. Per esigenze nutrizionali specifiche, sono stati garantiti solo 2,8 milioni di dollari su 46,4 milioni, lasciando un enorme gap nei finanziamenti, spiega Save the Children. Il COVID-19 ha peggiorato una situazione già molto difficile, il che significa che i bambini particolarmente vulnerabili stanno pagando il prezzo più alto.

"Dobbiamo concentrarci sui bambini malnutriti, poiché il loro benessere, il loro futuro e spesso anche le loro stesse vite sono a rischio. La crescente insicurezza e l'impatto del cambiamento climatico aggravano la situazione creando gravi problemi alla produzione alimentare e alle economie locali. La situazione sta costringendo centinaia di migliaia di persone a spostarsi verso altre comunità per vivere in famiglie che le ospitano ma che già vivono in condizioni difficili. Ciò significa che non c'è abbastanza cibo per tutti, in particolare cibi nutrienti per i più piccoli. Le conseguenze della malnutrizione potrebbero ripercuotersi su tutto il Paese, poiché i bambini sono gli adulti di domani. Bisogna agire subito, prima che sia troppo tardi", ha affermato Eric Hazard, Direttore di Save the Children in Burkina Faso.

Con 3,5 milioni di persone che in Burkina Faso necessitano di assistenza umanitaria urgente quest'anno, Save the Children chiede al governo e alla comunità internazionale di continuare a compiere tutti gli sforzi per rispondere con urgenza alla situazione nel Paese per salvare un’intera generazione di bambini a rischio.

In particolare, l’Organizzazione chiede di dare priorità nelle risposte umanitarie ai bisogni nutrizionali specifici dei bambini, in modo che nessun bambino sotto i cinque anni muoia per cause prevenibili; di garantire la continuazione dei servizi nutrizionali nelle aree più difficili da raggiungere e di promuovere approcci innovativi durante la pandemia di COVID-19 in modo da favorire la diffusione nelle case di buone pratiche in materia di nutrizione, coinvolgendo direttamente le madri.

 

*nomi di fantasia per tutelare l’identità delle persone