Dalla penosa vicenda della Superlega, l'ambizioso progetto dei ricchi del pallone naufragato nella culla, il calcio italiano esce a pezzi nella protervia dei tre club (Juventus, Inter, Milan) fondatori del progetto stesso e con l'etichetta di bugiardo appioppato ad Andrea Agnelli dal presidente dell'Uefa Aleksander Ceferin. 

Mentre i club inglesi che avevano aderito alla Superlega fanno marcia indietro accogliendo le proteste dei loro tifosi contrari al campionato dei ricchi, e l'Arsenal chiede scusa (abbiamo fatto un errore, chiediamo scusa ai tifosi), gli allenatori delle squadre britanniche parlano liberamente contro il progetto di Florentino Perez e Andrea Agnelli.

In Italia, invece, i paperoni delle panchine dei tre club della Superlega tacciono con la ipocrisia che li contraddistingue (abbiamo tutti famiglia), la mancanza di cultura sportiva e l'assenza assoluta di personalità. Proprio quei vizi che, sul campo, concorrono a bocciare le tre squadre italiane nei tornei europei.

De Zerbi, allenatore del Sassuolo ed estraneo alla combriccola dei prepotenti, i quali non sono altri che i nipotini di Calciopoli, ha parlato a cuore aperto definendo la Superlega un colpo di stato ed esprimendo la sua esitazione a giocare contro il Milan se non obbligato dalla società.

Ora c'è un bel problema nel campionato italiano. Il rischio della Juventus del "bugiardo" Agnelli di fallire la zona Champions. Attualmente, la Juventus è terza: un punto sopra l'Atalanta, cinque davanti al Napoli, ma con una partita in più. La Juventus ha debiti per 611 milioni e i soci del club ci hanno appena rimesso 300 milioni per l'aumento del capitale. Mancare la prossima Champions sarebbe per la Juve un disastro. Vedremo come andranno avanti le cose.

Intanto, Napoli-Lazio di questa sera a Fuorigrotta è un autentico spareggio per saltare addosso alla Juve e strapparle il quarto posto Champions. La Lazio, sesta, è due punti dietro al Napoli, ma deve recuperare la partita casalinga col Torino. Per continuare a puntare la Champions, il Napoli già stasera deve eliminare la Lazio. Ha un'unica scelta: battere la formazione romana.

È andato bene il match con l'Inter in un gara di scarsa belligeranza conclusasi con l'armistizio di un pareggio. Con la Lazio ci vorrà un altro Napoli anche perché la squadra di Inzaghi non è l'Inter e c'è poco da stare prudenti. Il Napoli deve tirar fuori tutto il suo coraggio, il potenziale offensivo (torna in campo Mertens) e una partita di forte personalità. Il pareggio stavolta non basta.

Poiché è una partita da dentro o fuori, il Napoli deve rischiare aggredendo la Lazio dalle prima battute, togliendole il respiro, bloccando le sue fonti di gioco. Nel disegno tattico di Gattuso peserà molto l'assenza di Demme, squalificato. In difesa è tornato un grande Manolas, protagonista della sfida con l'Inter. In attacco, sarà forse possibile impiegare Lozano. 

La Lazio, dopo due sconfitte consecutive, ha raccolto cinque vittorie in cinque partite. Non è da meno il ruolino del Napoli: sei vittorie nelle ultime nove gare. Rispetto allo scorso anno, la Lazio ha peggiorato di 10 punti la sua classifica, il Napoli l'ha migliorata di nove punti.

Napoli e Lazio hanno lo stesso trend casalingo (10 vittorie, 2 pareggi, 3 sconfitte). Fuori casa la Lazio ha avuto un rendimento inferiore (26 punti) rispetto a quello casalingo (32 punti). Il Napoli ha il secondo migliore attacco tra le prime sette del campionato e la seconda migliore difesa. La Lazio ha la penultima peggiore difesa e il settimo attacco. Il Napoli è reduce da sei vittorie consecutive in casa frenate dal pareggio di domenica con l'Inter. 

Ma non saranno questi numeri a orientare la partita di questa sera. L'orienterà maggiormente lo spirito combattivo che animerà le due formazioni. È una vera e propria finalissima per il quarto posto. La Lazio (3-5-2) si annuncia molto solida con schieramento medio-basso e guizzi in contropiede. Il Napoli appare più "leggero", ha una evidente difficoltà nel gestire le partite, ha più fantasia e imprevedibilità in attacco.

È una sfida tutta da scoprire sul campo. Il Napoli deve prendere il pallino in mano sin dalle prime giocate. Immobile è tornato al gol (doppietta nel 5-3 al Benevento) dopo otto partite di digiuno, Caicedo è una alternativa potente, Milinkovic-Savic un pericoloso "aeroplano", Luis Alberto ha lo splendore del giocatore di classe (ma è in dubbio per un problema in allenamento) e, là dietro, ci sono Pepe Reina nel confronto più crudele da ex e la guida di Acerbi, vero leader difensivo.

Il Napoli va in gol da 18 partite, 39 reti, 10 per Insigne (la metà su rigore), 5 per Politano, 5 per Zielinski, 4 per Mertens, 3 per Lozano, 3 per Osimhen. Il potenziale offensivo del Napoli dovrebbe lasciare il segno sul match.

MIMMO CARRATELLI