La Commissione Continentale Europa e Africa del Nord si è riunita nei giorni scorsi in videoconferenza. Prima dell'inizio dei lavori è stato dedicato un minuto di raccoglimento per la scomparsa del Cav. Michele Di Leo, Presidente del Comites di Friburgo in Brisgovia (Germania).

La Commissione Continentale ha in primo luogo discusso  gli aggiornamenti sulla situazione sanitaria nei vari paesi di rappresentanza: "La pandemia da Covid-19 – si legge nel documento – ha colpito il continente europeo e l'Africa del Nord mettendo a nudo le diversità legislative presenti nei diversi paesi e nei continenti. Sono trascorsi 15 mesi da quando l'Europa si è confrontata con il dramma che ha mietuto centinaia di migliaia di vittime, e l'Italia risulta essere uno dei paesi comunitari più colpiti per numero di decessi e contagi. Oramai ci stiamo confrontati con la terza fase e varie forme evolutive del virus. Ovunque in Europa sono iniziate le vaccinazioni e l'EMA – Agenzia Europea per i Medicinali – ha autorizzato l'inoculazione di vaccini prodotti da diverse società farmaceutiche.

Mai in così poco tempo la scienza ha messo a punto un vaccino efficace per rispondere ad una epidemia. L'Europa si è trovata impreparata a gestire la pandemia, c'è stata la rincorsa alla produzione dei vaccini e, partendo da una risposta disarticolata che ha fatto emergere anche dei conflitti tra i paesi comunitari per accaparrarsi i vaccini, è riuscita gradualmente a programmare dei piani comunitari per fronteggiare l'emergenza, mettendo in campo politiche della salute unitarie con l'acquisto di svariati milioni di dosi vaccinali; ha varato un piano di rilancio dell'economia senza precedenti, il "Recovery Fund", dotato di 750 miliardi di euro, il quale permetterà ai paesi membri di avviare la transizione per rilanciare le economie, l'occupazione e per realizzare progetti di ammodernamento e di resilienza dei vari paesi comunitari. Anche i paesi europei non comunitari, in particolare il Regno Unito e la Svizzera, sono avanti con la campagna di prevenzione. All'inizio è mancato un coordinamento tra i paesi, successivamente gli interventi e gli approvvigionamenti sono migliorati e il Parlamento europeo è riuscito a trovare soluzioni adeguate e condivise per la gestione della sanità e dell'economia".

Nel documento si sottolinea inoltre la necessità di una più adeguata campagna informativa e di orientamento da parte della rete diplomatico-consolare nei confronti dei cittadini italiani all'estero, in particolare modo sulle condizioni o modalità della somministrazione dei vaccini, soprattutto nei confronti di chi è rimasto senza copertura sanitaria.  Segnalate inoltre difficoltà nell'erogazione dei servizi a seguito dell'introduzione della turnazione del personale impiegato nei consolati.

Dalla Commissione Continentale viene anche  espresso disappunto per la mancata consultazione da parte del Maeci dei Comites e del Cgie nell'applicazione di quanto previsto dai decreti "Cura Italia" e "Rilancio Italia". "Molti nostri connazionali in Europa – continua il documento – vivono in situazioni di indigenza, anche per i postumi dell'epidemia; il loro rientro forzato in Italia impatterebbe sulle strutture sociali degli enti locali e, comunque, occorrerà prevedere una legislazione più agile per accoglierli e inserirli nel sistema produttivo o assistenziale italiano. Non si vede ancora la luce in fondo al tunnel, la trasformazione che comporterà questa crisi sanitaria avrà delle future ricadute negative sulla vita sociale, economica e sulla quotidianità dell'intero continente. Senza pronosticare allarmismi è evidente che fermo restando questi presupposti le valvole di sfogo di questi disagi produrranno fuoruscite ed esodo di nostri connazionali, che andranno ad aggiungersi ai già 6.300.000 iscritti AIRE".

"La Commissione Continentale Europa e Africa del Nord – si legge poi nel documento – coglie molto positivamente l'opportunità di partecipare attivamente alla discussione sul futuro dell'Europa, aperta nei giorni scorsi dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, dal Presidente del Parlamento europeo David Sassoli e dal Primo ministro portoghese Antonio Costa, le cui dichiarazioni progettuali sono allegate al presente documento. Un identico documento prodotto dalla Camera dei Deputati è proposto alla lettura dei consiglieri delle altre commissioni continentali. Il Cgie, mediante la Commissione Continentale Europa e Africa del Nord, in qualità di organismo istituzionale e portatore di interessi, si propone come interlocutore nella fase di costruzione del processo proposto dai paesi comunitari che partirà orientativamente il 9 maggio 2021, giornata dell'Europa.

La Commissione ha concordato di riunirsi regolarmente due volte al mese per discutere e rilanciare il progetto "Europa in Movimento" e discutere di temi che riguardano la libera circolazione in Europa e soprattutto ragionare su proposte per migliorare i diritti e le condizioni dei cittadini italiani/europei che vivono nel mondo. Tra queste anche la loro partecipazione politica nelle scelte dei propri rappresentanti. Nel mese di maggio organizzerà un webinar con il sottosegretario ai rapporti con l'Europa, Onorevole Enzo Amendola, che nella passata legislatura ha lavorato a stretto gomito con il Cgie. I colleghi residenti nel Regno Unito hanno ricordato lo stato in cui vivono i connazionali italiani in quel paese assieme ai termini temporali del 30 giugno 2021 per la realizzazione della Brexit, come anche l'alleggerimento della mole di lavoro che produrrà la riapertura del Consolato di Manchester sulle attività consolari nella City londinese. Occorre rafforzare le risorse umane in tutte le sedi consolari del vecchio continente e pensare all'assunzione di nuovo personale per calmierare i ritardi amministrativi esistenti".

Per quanto riguarda la prossime elezioni dei Comites, previste per il 3 dicembre, la Commissione Continentale rileva come tale data  difficilmente permetterà di preparare al meglio i complessi adempimenti della legge 286/2003 e del relativo regolamento di attuazione, nonché la sperimentazione del voto telematico. Per la Commissione "Il prolungarsi dell'attuale situazione pandemica rappresenta a nostro avviso un serio ostacolo alla corretta preparazione delle prossime elezioni dei Comites. L'impossibilità di riunirsi ed organizzare momenti di incontro con la collettività, per informare e promuovere la partecipazione alle elezioni, rischia di comprometterne seriamente il risultato. Più a monte, il semplice atto di raccogliere le firme necessarie alla presentazione delle liste appare quantomeno poco praticabile nell'attuale scenario.

È altresì da rilevare –  prosegue il documento – che i Consiglieri eletti in Europa e in Africa del Nord ritengono che le elezioni per il rinnovo dei Comites debbano svolgersi con una nuova normativa, la quale ridefinisca natura, funzioni, ruoli, prerogative e finalità degli stessi. L'obiettivo immediato, di fronte al quale occorrerà insistere senza arretrare, è quello di evitare la modalità di voto che contempla l'inversione dell'opzione, che, se ancora applicata, comprometterebbe la credibilità e la funzionalità dei Comitati degli Italiani all'Estero, la cui legge istitutiva ha oramai bisogno di essere aggiornata ai nostri tempi e alle necessità della nuova ondata migratoria; in sostanza gli italiani all'estero rappresentano il 10% della popolazione nazionale.

È compito del Parlamento e del Governo assumere l'impegno di calendarizzare e approvare una nuova riforma che regoli questi organismi di rappresentanza, partendo auspicabilmente dall'articolato di legge assunto in assemblea plenaria del Cgie nel lontano novembre 2017 e che ha bisogno di alcuni aggiustamenti pratici in seguito alle trasformazioni sopraggiunte con la diffusione della pandemia da Covid-19 che, inesorabilmente, sta cambiando ordinamenti, modi di vivere e l'organizzazione statuale del mondo interno e di riflesso del mondo del lavoro e della società".

In proposito la Commissione chiede al Governo e alle istituzioni italiane "di impegnarsi per la soluzione dei problemi ancora irrisolti e per accorciare le distanze geografiche e quelle culturali tra il nostro paese e il mondo degli italiani all'estero, lo chiediamo per i nostri connazionali, ma anche per l'Italia, se vuole uscire definitivamente dalla palude nella quale si è ritrovata, facendo leva sulle potenzialità presenti nelle comunità italiane all'estero. Perciò rinnovare gli strumenti a disposizione degli organi di rappresentanza é ritenuto necessario ma per tutte le anzidette ragioni se ne auspica il rinvio".