La Commissione Europea ha approvato in via definitiva il consumo di insetti, affermandone il “contributo positivo all’ambiente e alla salute”. Il primo a trasformarsi da ospite sgradito a nobile ingrediente è il tenebrione mugnaio, a cui seguiranno altri undici insetti nei prossimi mesi. Li potremo gustare interi al ristorante - il sapore ricorda quello dei gamberetti - oppure all’interno di biscotti, pasta, merendine e cereali per colazione. Uno dei motivi per cui i consumatori europei potrebbero amare gli insetti a tavola è che grilli e cavallette forniscono ferro, magnesio e numerose vitamine come la B12, che sono spesso carenti nelle sempre più praticate diete vegetariane. Ma la maggior attrattiva di questo novel food è il basso impatto ambientale. Allevare insetti comporta minor dispendio energetico e genera meno rifiuti dell’allevamento zootecnico tradizionale, grazie all’utilizzo degli scarti di cibo. Questo beneficio ambientale riguarderà in particolar modo l’alimentazione degli animali. C’è un grande bisogno di proteine per fare i mangimi perché mentre il consumatore europeo sembra in parte disamorarsi della carne e delle altre proteine animali, il resto del mondo ne domanda sempre di più. La crescente richiesta globale di alimenti di origine animale si traduce in bisogno di materie prime per i mangimi. Per acquisirle si depaupera il mare, con le farine di pesce, e si consuma il suolo con le farine di soia. Il problema della sostenibilità ambientale dei mangimi è davvero preoccupante e gli insetti potrebbero rappresentare l’alternativa alle fonti tradizionali. Ma quanto sono sicuri dal punto di vista della salute? Un rischio accertato è quello delle reazioni allergiche, in particolare nelle persone intolleranti ai crostacei o agli acari della polvere. Ma il vero rischio deriva dal luogo in cui vengono allevati: i maggiori produttori di insetti sono i paesi asiatici dove è noto l’abuso di antibiotici e di pesticidi. Infine rimane il tema del disgusto. Forse lo supereremo pensando a quanto afferma un ricercatore dell’Università di Wageningen, Marcel Dicke, che ha calcolato che ogni anno ognuno di noi ingurgita già, senza saperlo, circa mezzo chilo di insetti, mescolati e non visti in farine, zuppe, marmellate, cacao e caffè.