Insomma, venghino signori, venghino pure in Italia. Dagli Usa, ma anche dal Canada e pure dal Giappone. Recatevi pure nel BelPaese per le vostre tanto sospirate vacanze estive. Lo Stivale vi aspetta, con tutte le sue bellezze. Purché siate in possesso, s'intende, dei requisiti del famoso certificato verde (il green pass). Che poi sarebbero: vaccinazione anti-Covid, immunizzazione dal virus (per averlo già preso e sconfitto) e tampone negativo.

Ma se questi tre requisiti li ha, mettiamo, un turista di Montevideo oppure un messo viaggiatore di Buenos Aires, per lui il "grand tour" nella terra di Dante e Petrarca sarà ammesso solo a patto e a condizione di farsi qualche giorno di quarantena e poi un bel test che ne attesti la negatività. Un po' come accade oggi per il Regno Unito dove l'impennata di contagi per la variante Delta ("indiana") del Coronavirus ha spinto le autorità italiane a correre ai ripari. Nella nuova ordinanza firmata ieri dal ministro della Salute Roberto Speranza, si è stabilito, infatti, una quarantena di 5 giorni con obbligo di tampone per chi proviene dalla Gran Bretagna.

La stessa ordinanza ha consentito invece, l'ingresso in Italia dai Paesi dell'Unione Europea e dagli States, oltre che da Canada e Giappone con i requisiti del famoso “lasciapassare verde” che, lo ricordiamo, entrerà in vigore dal prossimo 1 luglio (e potrà essere scaricato dal portale www.dgc.gov.it). Con lo stesso provvedimento firmato dal ministro della Salute, sono state prolungate, infine, le misure di divieto da India, Bangladesh e Sri Lanka, i tre paesi asiatici messi in ginocchio dalla diffusione della variante indiana del Covid.

E l'America del Sud? E quei paesi del Continente latino in cui non c'è alcuna “variante” che impazza o che miete vittime come altrove? Nossignore: da qui nessuno potrà fare le valigie e partire liberamente alla volta dello “Stivale”. Il turista argentino, cileno, uruguaiano o colombiano, magari un italiano trapiantato da decenni oltreoceano che sogna di trascorrere le vacanze nel paese dei suoi avi, una volta messo piede in Italia, dovrà accontentarsi di trovare le porte d’ingresso sbarrate, sia pure “solo” per qualche giorno, pur avendo regolarmente fatto il vaccino (che poi è lo stesso che si inocula a Roma come a Madrid, a Parigi come a Bruxelles) o avendo già contratto e sconfitto il virus.

Si chiama obbligo di quarantena e vale anche per lui, proprio come per quanti si spostano dal Regno Unito. A meno di non scegliere di imbarcarsi a bordo di un costosissimo volo “Covid free”, il che rincara e non risolve la questione: vaccinato, immunizzato e negativo (tampone) no, ma se prendo un volo speciale e mi si attesta che non sono contagiato, si: ha senso una scelta del genere? Oppure, lo diciamo a denti stretti, si è semplicemente voluto “premiare” quei viaggiatori che provengono, mettiamola così, da realtà più ricche e danarose, così da favorire chi ha un soldo in tasca da spendere nello shopping made in Italy? Alla faccia di chi è innamorato del tricolore ma decolla dall'aeroporto sbagliato.

Stefano Ghionni