Giuseppe Conte si smarca da Beppe Grillo e detta le condizioni per rimanere alla guida del Movimento. L'uomo scelto dall'ex comico genovese per la mission di rilancio del M5S, alla fine, ha deciso di sbattere la porta in faccia allo storico fondatore, proprio alla luce del rapporto conflittuale maturato con il "garante". "L'ho detto fin dall'incontro all'hotel Forum che non mi sarei prestato ad opere di facciata" ha precisato l'ex premier nella conferenza stampa indetta questa sera, al Tempio di Adriano di Roma, proprio per sciogliere la riserva sulla sua decisione in merito alla leadership pentastellata, motivando, in tal modo, le distanze emerse, in questi mesi di lavoro, sul M5S, con l'ex comico genovese. Con Grillo, ha spiegato l'avvocato pugliese: "sono emerse delle divergenze, lui è convinto che le cose vadano bene così come sono, solo con qualche correttivo". Però, ha aggiunto: "non si imbianca insieme una casa che secondo me necessità di una profonda ristrutturazione". A febbraio, ha ricostruito Conte, Grillo "mi chiese di diventare leader politico del M5S" poi c'è stato l'incontro all'Hotel Forum "per discutere di un mio ingresso nel Movimento". In quella occasione, ha aggiunto l'ex inquilino di Palazzo Chigi, "ringraziai tutti ma rifiutai di entrare subito nel M5S ritenendo che una mia investitura dall'alto, a freddo, non collocata in un progetto politico ben condiviso, fosse priva di una legittimazione solida e che fosse una operazione inadeguata rispetto a esigenze del Movimento". Quindi l'ex premier è andato dritto al cuore del problema: "non posso prestarmi a un'operazione politica che nasce viziata da vecchie ambiguità e diffusi timori" ha quindi rilanciato l'ex presidente del Consiglio. E poi, ancora: "Non posso impegnarmi in un progetto in cui non credo. Serve testa, non solo cuore". "A Beppe dico che non ne faccio una questione personale, e non ho mai chiesto le sue pubbliche scuse: non sono certo una battuta sgradevole o un moto di nervosismo che mi preoccupano, per fortuna ho senso dell'ironia" ha sottolineato. "Ho anche una simpatia personale per lui: non è una battuta che compromette il progetto" ha quindi precisato. Tuttavia, "non possono esserci ambiguità: spetta a Grillo decidere se essere il genitore generoso che lasciare crescere la propria creature o il genitore padrone". "Per lui - ha detto Conte - ci sarà sempre il ruolo di garante, ma non possono esserci leadership dimezzate". Una "diarchia non può essere la soluzione" ha ammonito l'ex premier. Insomma: "una forza politica che ambisce a guidare il Paese non può affidarsi a una leadership dimezzata. Sono stato descritto spesso come uomo delle mediazioni, ma su questo aspetto non possono esserci mediazioni. Serve una leadership forte e solida, una diarchia non può essere funzionale" ha ribadito. in altre parole: "la linea politica, la sintesi, spetta al leader, poi ci sono organi di garanzia. Il leader politico è eletto democraticamente, risente delle contingenze ed è contendibile se i risultati non ci sono". E in ogni caso "non ci può essere un leader ombra affiancato da un prestanome. Di sicuro quel prestanome non posso essere io". "Grillo? E' un perno fondamentale del progetto, con o senza di me, e siamo pronti a confrontarci con lui comunque,  anche in futuro, sempre, a prescindere dalle decisioni che verranno prese". Quindi le condizioni: "quattro mesi sono tanti. Ho parlato con parlamentari, consiglieri, sindaci. Il M5S è una comunità ormai sfibrata, non ce la fa più, vuole ripartire forte, e quindi dobbiamo mettere un punto fermo. Per questo, all'intera comunità, chiedo di non rimanere spettatrice passiva e di esprimersi sulla proposta che presento. Non mi accontenterò di una risicata maggioranza, non mi basterà. Mi metto in discussione. Se lo Statuto non sarà accettato valuterò cosa fare". E a proposito del nuovo statuto del Movimento, così come lo ha ideato Conte, nel documento "il Garante aveva prima e avrà anche adesso la possibilità di sfiduciare il leader sottoponendolo al voto" della base, ha rivelato l'ex premier. In ogni caso, ha proseguito "abbiamo bisogno di un campo largo con tutte le forze politiche che si sono mostrate disponibili a collaborare. Questo è il momento in cui tutta la comunità del M5S deve assumersi la responsabilità delle scelte. Il mio l'ho fatto". Quindi, a proposito del cosiddetto partito di Conte: "chi mi conosce sa che non ho doppie agende. Se lavoro anima e corpo a un progetto lo faccio con trasparenza. Nel cassetto non ho alcun piano B". Infine: "ci sarò anche da semplice cittadino" ha rimarcato.

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