La leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, come sottotitolo per il suo libro ha scelto “le mie radici, le mie idee”. Personalmente, avrei aggiunto un “la politica”. In “Io sono Giorgia”, infatti, c'è un aspetto significativo che nessuno (distrazione causale o casuale?) sembra aver colto. Nel raccontare la sua storia politica, dalla sezione della Garbatella alla leadership dei “Conservatori e Riformisti Europei”, indirettamente ha finito per illuminare le ragioni dell'involuzione e della perdita di credibilità della politica, chiarendoci il perché la gente rifugga, la sua odierna pantomima verticistica. Che, incapace di risolverne i problemi, per evitarsi grane, all'insegna del “divide et impera”, ingigantendo la paura del covid, c'impone divieti e limitazioni della libertà, mettendoci gli uni contro gli altri armati. E bisogna riconoscere che, da questo punto di vista Draghi si è immediatamente adeguato. Tant'è che, mentre ci riaprono - con la scusa della variante Delta - stanno già preparando il lucchetto con il quale richiuderci. Qualcuno, per altro, vedi sm De Luca lo ha trovato ed ha già deciso di utilizzarlo. Insomma anche la Campania per il Governo è diventata zona bianca, ma, secondo lo "sceriffo", con qualche chiazza scura. Ormai. partiti, politica e cittadini sembrano vivere su pianeti differenti, distanti anni luce, destinati a non incontrarsi mai e tutto avviene, quando avviene, sulle piattaforme online o attraverso gli schermi televisivi, con l'intermediazione del “nulla cosmico” o di giornalisti di parte. Il che allarga, rendendole praticamente incolmabili, le distanze. Con gli elettori - sempre più sudditi e cittadini solo il giorno del voto e per gentile concessione dei partiti - perennemente in attesa di risposte concrete che, purtroppo, non arrivano. E ora che si si comincia a parlare di “ricostruzione” post covid-19 e tutti vorrebbero, essere informati di quanto sta succedendo, ne sanno ancora di meno. L'ultima versione del Pnrr - 2.487 pagine (così poche?), invece delle 269 presentate alle Camere - è blindata nel web, praticamente inaccessibile e quindi, sconosciuta, ai comuni mortali. Tutto passa sopra le loro teste. E come se si trattasse di un film di cassetta, il “si gira” è stato dato a Cinecitta dalla Von der Leyen e Draghi. L'importante era – il resto conta poco - che si sapesse “urbi et orbi”, che l'Ue aveva detto “si” al Pnrr e che a luglio arriveranno i primi 24,3 miliardi. “Una finanziaria”, secondo Draghi, ma “conta spenderli bene e con onestà”. Una banalità, se detta dal sottoscritto, una frase storica se firmata da SuperMario. E via Gentiloni, che lo anticipò in un'intervista nel maggio scorso, la Commissione ci fa sapere che: “il resto verrà”. Al massimo, due volte l'anno, a tranche da 20 miliardi. “Solo, però, al raggiungimento degli obiettivi previsti e nei tempi previsti”. Altrimenti, nisba. Ma al di là dei festeggiamenti da fiction negli “studios” di Cinecittà, agli italiani interesserebbe sapere quali forme avrà la ripresa; attraverso quali percorsi si dipanerà in concreto la crescita economica. Che rischi corriamo indebitandoci ancora con l'Ue, senza neanche conoscerne tassi e condizionalità, che pur ci sono. Che ripercussioni effettive sullo sviluppo, avranno le 6 mission dal Pnrr:
1) Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;
2) transizione ecologica;
3) Infrastrutture per mobilità sostenibile;
4) Istruzione e ricerca;
5) Inclusione e coesione;
6) Salute.
E per gli italiani del tacco, quale “siero” sarà scelto per curare “la fragilità del Mezzogiorno” e rafforzarlo. Che sorte toccherà alle tantissime riforme da fare e del rischio burocrazia che pesa su fondi per gli interventi dei comuni. Fra decreti, bandi, intermediazioni regionali occorrono ben 12 step prima della assegnazione. Una corsa a ostacoli, insomma. Arriveranno in tempo, al traguardo? Lo scopriremo, sperando, ovviamente, che non sia troppo tardi. Quanti italiani sono informati di queste problematiche? Pochissimi. Purtroppo, nessuno glielo ha detto. E non è che abbiano taciuto, ma hanno preferito la narrazione alla realtà. Il che a ben vedere è ancora più grave