Si avvia a conclusione il campionato europeo di calcio Euro 2020 diventato Euro 2021 per l'epidemia. Ma qui non parliamo di calcio per manifesta incompetenza (al massimo simpatizziamo per la Croazia, terra piccola, libera e sorridente). Succede che ci sbraghiamo soddisfatti in infradito e mutande sul divano e osserviamo Paola Ferrari nello studio Rai, scongelata per la circostanza e immobile come una mummia, attenta a non sorridere minimamente per scongiurare cedimenti strutturali rovinosi delle impalcature facciali, che presenta la partita con un'emozione simile a quella provocata dalla visione di un'insalata di cicoria. E poi ecco il collegamento, le squadre schierate e la solita scena prepartita, con i giocatori che si inginocchiano per ricordare George Floyd e noi immaginiamo i vari Saviano e Murgia e Boldrini che rinfoderano soddisfatti i taccuini, già pronti a lanciare l'ennesima accusa di razzismo. Morte atroce, quella di Floyd, come atroci sono state le morti di decine di ragazze, qui in Italia, divorate da un demonio che di volta in volta assumeva le vesti di un amico italiano, di un pusher finlandese, di un profugo africano. O di un padre pakistano snaturato come è capitato a Saman Abbas a Novellara e sepolta viva tra gli ortaggi della pianura emiliana e forse la ritroveranno, forse no, forse l'hanno mangiata i porci o i cani o irai

topi. Bene, anzi male anzi malissimo: nessuno si è inginocchiato e nemmeno un po' inchinato per questa ragazza, nemmeno un po' incazzato. Pensieri che ci lasciano un po' perplessi (si può dire?) in un pomeriggio di caldo afoso che definiremmo africano ma è meglio non provocare Murgia e perciò è preferibile chiamarlo caldo catanese così si incazza soltanto Ignazio La Russa. Poi finisce l'inginocchiatoio, i calciatori si rialzano e qualcuno di loro statene certi sussurra "finalmente". E la giornata catanese prosegue con l'esilarante scontro intestino nei 5 stelle tra Grillo e Conte, il politico e il comico, e scopriamo con sorpresa che Grillo fa la parte del politico mentre Conte, che disse che sarebbe tornato a fare il professore universitario dopo essersi presentato come l'avvocato di tutti gli italiani, comincia ad avere consapevolezza di non essere nemmeno l'avvocato di tutti i 5 stelle e noi abbiamo conferma che la libidine del potere è più terribile e subdola del covid e non c'è vaccino che tenga. E così assistiamo al vecchio finale del c'eravamo tanto amati che si conclude con il c'eravamo tanto armati (per mutuare Stenio Solinas). E Di Maio che tranquillizza le truppe e Toninelli, esiste ancora certo, che informa che la coppia Conte- Grillo è la migliore possibile. Ma ormai non ci crede neanche lui. E loro? I pentastellati, poveri spaventati rivoluzionari che hanno vinto al superenalotto un jackpot inimmaginabile fatto di superstipendi, macchine blindate, sontuosi rimborsi spese e posti per i parenti e gli amici degli amici, cominciano ad intravedere lo spettro del mutuo acceso con spavalderia, della ricerca di un posto di lavoro e dell'invio disperato, e inutile, di curriculum vitae a tutto il mondo.