In una intervista al Corriere della Sera, il presidente dell'Associazione Rousseau e figlio del fondatore del Movimento Cinque Stelle è subito entrato a gamba tesa, come gli stopper di una volta: "Del M5S, nello Statuto presentato, non rimane nulla. A questo punto potrebbe essere apprezzabile che cambiassero anche il nome di questo diverso soggetto politico che si vuole creare".

Casaleggio, peraltro, ha notato che si è passati "da una struttura iper-democratica ad una struttura iper-verticistica in cui nessuno viene votato, nessuno si può candidare, persino i gruppi locali non possono esistere se non battezzati da parte di qualche nominato, oggi non mi risulta ci sia alcuna forza politica in Italia con un vertice di nominati".

Invece Rousseau, secondo Casaleggio, "garantiva la partecipazione dal basso alle scelte importanti, ma per costruire un partito unipersonale basato su un sistema di nomine è stato necessario eliminarlo e sostituirlo con meccanismi di creazione del consenso guidato dall'alto".

Lasciando da parte la nostalgia – "è un sentimento di chi guarda al passato" – ecco spuntare il nuovo progetto, Camelot appunto, che "sarà una Benefit corporation che perseguirà finalità di beneficio comune ad alto valore sociale, come la promozione della cittadinanza attiva e digitale".

Davide Casaleggio, inoltre, ha già informato di aver ricevuto "diverse richieste dai privati ma valutiamo anche progetti interessanti nell'ambito politico e istituzionale, perlopiù dall'estero". Chissà se i cavalieri saranno all'altezza per il Santo Graal. Ai posteri l'ardua sentenza. O meglio: "Ciò che il domani ci riserva, non ci è dato sapere".