E’ proprio vero che tra i due litiganti il terzo gode. Non bastava, infatti, il dualismo Conte-Grillo ad infiammare gli animi del Movimento. Nossignore. Ora ci si è messo (anche) l’ex pupillo dello storico fondatore ad ingarbugliare la matassa. Sì, perché, stando a quanto trapelato da taluni ambienti pentastellati, la lotta per la leadership si sarebbe arricchita di una new entry: quella di Giggino Di Maio. Addirittura si mormora che tra lui e Giuseppe Conte, la tensione resti a dir poco latente, con alcuni momenti in cui la situazione rischia letteralmente di esplodere. Ovvio, come scrive IlGiornale.it, ci sono, puntuali, le smentite di rito dei rispettivi staff e lo stesso avvocato, parlando ai gruppi parlamentari, ha escluso “incomprensioni con i ministri”. Eppure in questa fase i rapporti tra i due non sono tra quelli diciamo più sereni. Anzi, nel Movimento 5 Stelle l’attuale ministro degli Esteri sta raccogliendo, via via, un sempre maggior numero di consensi. “È il più abile a fare politica”, sintetizza un deputato, sottolineando la “capacità di mediazione” mostrata dall’ex vicepremier del governo gialloverde sulla “riforma della Giustizia”. Un protagonismo che, di converso, ha irritato i fedelissimi del professore. Ma soprattutto Di Maio, secondo IlGiornale.it, è apprezzato dai parlamentari per la linea filo-governista, riassunta nell’affermazione “Niente scossoni”, consegnata a una recente intervista su La Repubblica. Insomma, il gradimento nei confronti di Giggino pare non conoscere limiti, arrivando a provocare così qualche grattacapo allo stesso Conte. “A volte sembra geloso della popolarità di Di Maio tra i gruppi parlamentari”, ironizza con IlGiornale.it una fonte pentastellata. Al di là delle battute, c'è chi fa notare un elemento concreto: la gran parte dei gruppi è effettivamente legata a Di Maio. L'ex premier ha invece molte difficoltà a domarli, c’è una diffidenza reciproca cresciuta nei mesi scorsi. “Non ci dice mai nulla, sappiamo le cose sempre per ultimi e ci viene chiesto solo di finanziare il progetto”, è stato il mantra che per settimane ha fatto lievitare i malumori all'interno del Movimento.