Il "caso Durigon" scuote la maggioranza di governo e preoccupa la Lega, alle prese con una delle estati più roventi della sua storia politica (tra liti sullo ius soli con il ministro Lamorgese e cali di consenso). Galeotta fu l’idea, partorita dal Sottosegretario al ministero dell'Economia, Claudio Durigon, durante un comizio nel capoluogo pontino di qualche giorno fa, di togliere i nomi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino dal parco di Latina per sostituirli con quello di Arnaldo Mussolini, fratello del duce. Un'affermazione, quella dell'esponente del Carroccio, che ha scatenato l'indignazione da parte di M5S, Pd e LeU, dai cui banchi è stata annunciata la presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti di Durigon che sarà votata anche da alcuni parlamentari di Forza Italia come il deputato Elio Vito.

Proprio quest’ultimo, su Twitter ha spiegato che la voterà perché “l'antifascismo è un valore fondante la Repubblica e perché non possiamo pubblicare ogni anno foto di Falcone e Borsellino e poi restare indifferenti. Spero di non essere il solo in FI". A ruota, ecco arrivare anche l'affondo di Stefano Patuanelli titolare del ministero dell'Agricoltura (in quota 5 Stelle), secondo cui "ciò che ha detto Durigon è intollerabile e non compatibile con la sua permanenza nel governo”. Mi auguro non si debba arrivare alla sfiducia ma che faccia un passo indietro" ha sbottato l'esponente pentastellato all'unisono con la capogruppo del Movimento in commissione Affari Costituzionali alla Camera, Vittoria Baldino, secondo cui le “parole del sottosegretario leghista” non solo sono offensive ma sconcertanti.

La sua proposta di cancellare i nomi di Falcone e Borsellino dal parco di Latina per intitolarlo invece al fratello di Mussolini sono incompatibili con la sua permanenza all'interno del governo”. Dal canto suo anche il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, ha invitato il sottosegretario del partito di via Bellerio a farsi da parte “dopo le sciocchezze dette sul fratello di Mussolini”.

Infine, dallo stesso Giuseppe Conte, leader dei 5 Stelle, è giunto l'invito a dimettersi per il sottosegretario. E un passo indietro a Durigon lo ha chiesto, due giorni fa, anche Enrico Letta, segretario del Pd, affermando che certe parole "sono incompatibili con la sua presenza al governo". La "condanna delle frasi di Durigon è forte, perché disconoscono i valori antifascisti su cui si fonda la Repubblica e offendono la memoria di due eroi come Falcone e Borsellino” hanno sottolineato fonti del Nazareno confermando dunque che "l’orientamento" del Partito democratico è quello di votare la mozione di sfiducia del M5S al sottosegretario leghista, una questione che comunque "si vedrà alla ripresa dei lavori parlamentari”. Tuttavia, per il diretto interessato si tratta di una "polemica sterile" perché "mai e poi mai penserei di mettere in discussione il grande valore del servizio prestato allo stato dai giudici Falcone e Borsellino", anche se "ciò non toglie che è nostro dovere considerare anche le radici della città".