di Matteo Forciniti

“Troveremo ancora di più il modo di far sentire la nostra voce. Il silenzio del Governo è molto grave”. È un duro atto d’accusa quello del Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) lanciato ieri in una conferenza stampa dopo l’ennesima richiesta di rinvio delle elezioni per il rinnovo dei Comites la cui data è stata recentemente confermata per il 3 dicembre. Un appello che continua a restare inascoltato anche dopo la lettera indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

A motivare la posizione del Cgie nella richiesta di rinvio c’è innanzitutto l’andamento della pandemia che “sta attraversando una fase difficile specialmente in America Latina” e che è strettamente collegata con “l’antico problema” della rete consolare che “da troppo tempo soffre per la mancanza di personale”. A completare il quadro c’è la scarsa campagna informativa e poi la modalità dell’opzione inversa, ovvero potrà votare solo chi ne farà richiesta come già sperimentato con “risultati vergognosi” nel 2015. “Alla luce di queste condizioni c’è il rischio concreto di una scarsa partecipazione che finirebbe per delegittimare Comites. Queste elezioni sono irrealizzabili” ha affermato il segretario del Cgie Michele Schiavone motivando la richiesta: “Senza un minimo di discussione pubblica, senza un minimo di assemblee per conoscere i candidati, senza un minimo di iniziative pubbliche, il risultato rischia di essere peggiore delle ultime elezioni quando votò solo il 3,6% degli aventi diritto. Esistono poi tanti aspetti tecnici che mettono in discussione la data scelta come la scadenza dei contratti o la presentazione dei bilanci. Chi non conosce questi aspetti li sottovaluta”.

La parte più dura dell’intervento di Schiavone è però l’attacco frontale all’esecutivo: “Oggi non c’è alcun dialogo tra il Governo e il Cgie ma esiste solo la volontà di mantenere un appuntamento elettorale a discapito della trasparenza e violando i diritti dei cittadini italiani all’estero. Noi siamo un’istituzione dello Stato, abbiamo prerogative che non ci vengono riconosciute e quello a cui oggi stiamo assistendo è senza dubbio un grave abuso”. Il rinnovo dei Comites, in realtà, è solo l’ultimo capitolo di una storia amara che si trascina da tanto tempo e che riguarda le politiche per gli italiani nel mondo: “Siamo molto rammaricati che a sei mesi dal suo insediamento il presidente del Consiglio Mario Draghi non abbia detto neanche una parola sulle politiche per gli italiani all’estero che resteranno sempre esclusi da qualunque progetto. Questo silenzio è grave per l’Italia e per la proiezione internazionale del nostro paese”.

L’attacco alla politica va di pari passo alla critica interna che coinvolge anche una parte del Cgie al suo interno: “C’è una frangia di colleghi dell’America Latina che desiderano votare. Questa posizione è incomprensibile anche alla luce della situazione sanitaria dei paesi di questi consiglieri. Evidentemente ci sono altri interessi, c’è una speculazione politica che si fa fatica a concepire in un momento delicato come questo”. Il riferimento è alla posizione assunta dal Maie (Movimento Associativo degli Italiani all’Estero) dell’ex sottosegretario Ricardo Merlo che spinge per mantenere la data del voto.

Di “sfascio totale della rappresentanza” ha parlato la vicesegretaria del Cgie Silvana Mangione insistendo sulla difesa dei diritti costituzionali: “Stiamo marciando verso l’abisso. A chi giova che spariscano i Comites e che ci sarà in futuro un Cgie delegittimato? Ne soffrirà l’intera rappresentanza degli italiani all’estero, resteranno solo pochi parlamentari ammaestrati”. “La nostra unica speranza” -ha proseguito- “è che il presidente Mattarella accolga la nostra preghiera per sensibilizzare un intervento del Governo per rinviare le elezioni alla luce dell’articolo 77 della Costituzione che parla di un caso di assoluta necessità e urgenza proprio come i tempi che stiamo vivendo”.

La consigliera Eleonora Medda ha lanciato l’allarme sul “collasso della rete consolare”, un problema “endemico per i connazionali all’estero che la pandemia ha solo aggravato”. “Molti consolati stanno lavorando a regime ridotto” ha raccontato. “C’è una situazione di forte squilibrio dato che negli ultimi anni il numero di cittadini all’estero è raddoppiato mentre i funzionari sono diminuiti a causa dei tagli alla spesa. Il rinnovo dei Comites si inserisce in un contesto già molto delicato”. Ha evidenziatto anche come la situazione abbia creato imbottigliamenti soprattutto  per la pandemia e per questioni tecniche riguardanti la messa a regime di sistemi informatici come Prenotami. In particolare è stato ricordato un po'da tutti come le utenze del Prenota Online non siano passate in automatico sul nuovo portale Prenotami, con la conseguenza del doversi registrare da capo, seppure le prenotazioni già in essere siano state mantenute.  E’ stata ricordata anche la questione della convenzione Patronati-Maeci, evidenziando il ruolo fondamentale dei patronati durante il periodo più difficile della pandemia. Per quanto riguarda Fast It, è stata invece ricordata, da più presenti, la difficoltà nell’effettuazione dell’iscrizione per la partecipazione alle elezioni, benché questa non sia l’unica via essendo possibile provvedere anche tramite mail, scaricando e inviando la modulistica per corrispondenza“

Il Cgie si impegnerà al massimo per la diffusione delle elezioni dei Comites” ha promesso la Meedda pur precisando: “Non ci faremo carichi però di questo fallimento annunciato”.