di Silvia Renda

Non mi vaccino, perché credo in Dio: negli Usa l'ultima frontiera dei no vax per evitare l'iniezione è quella di appellarsi alla fede. Di fronte alle nuove limitazioni imposte a chi non ha ricevuto l'iniezione anti covid, c'è chi prova a svicolare chiamando in ballo il proprio credo: ottenuta l'esenzione religiosa, è possibile recarsi al lavoro anche se il datore aveva vietato l'accesso negli uffici a chi non fosse immunizzato. Nonostante le principali confessioni religiose abbiano invitato i fedeli a proteggersi con Pfizer e soci per il bene di tutti, molti vedono nella fede una ragione - e un'opportunità - per ritrarre il braccio indietro.

È il caso di Crisann Holmes, raccontato dal New York Times. Dal primo novembre per lei, non vaccinata, non ci sarebbe stato più spazio in azienda. Ha prima provato a protestare, con scioperi e petizioni. Poi la via d'uscita è arrivata dal cielo: la risposta ai suoi problemi doveva cercarla in Dio. Tramite una ricerca online, si è imbattuta in un sito che parlava di una connessione tra i vaccini sviluppati contro il covid e i feti abortiti. Ha stampato la pagina e l'ha consegnata al suo capo, citando un passo del Nuovo Testamento: "Purifichiamoci da tutto ciò che contamina il corpo e lo spirito". Tanto è bastato a ottenere il via libera.

Le principali confessioni religiose sono unanimi nel sostenere i vaccini contro il covid-19. Da parte del papa c'è stato un vero e proprio appello a prenotare l'appuntamento, poiché "vaccinarsi è un atto d'amore, un modo semplice ma profondo di promuovere il bene comune e di prenderci cura gli uni degli altri, specialmente dei più vulnerabili". Ma ora che il vaccino diventa lasciapassare per diverse attività, tra cui il lavoro, negli Usa i dipendenti no vax provano a chiedere l'esenzione religiosa. Su internet c'è un vero e proprio scambio di informazioni su quale sia il percorso più efficace da seguire in questo senso. Pagine su Facebook consigliano la strada spirituale a chi per ragioni ideologiche non vuole ricevere la dose. C'è persino chi richiede - e ottiene - lettere di raccomandazione da autorità religiose, che avallano la richiesta. In alcuni Stati le lettere sono necessarie, poiché i giudici sostengono di non essere tenuti a sapere cosa dica la religione del richiedente: "Se volete usufruire dell'esenzione dovete presentarci un documento firmato da un funzionario della vostra chiesa che certifichi il fatto che per la vostra comunità religiosa vaccinarsi è un peccato".

Solo un clic e su internet è possibile ottenere tutto. Un evangelista indipendente in Texas offre lettere online in cambio di una donazione. In California è ancora più semplice: su un sito basta barrare una casella nella quale ci si dichiari "evangelico praticante che aderisce ai principi religiosi e morali delineati nella Sacra Bibbia", e la lettera è pronta a essere stampata. Il pastore di una chiesa battista a Hudson ha fatto sapere che è disposto a fornire loro una lettera di quattro paragrafi in cui si afferma che "un cristiano non ha alcuna responsabilità di obbedire a qualsiasi governo al di fuori dell'ambito che è stato designato da Dio". Finora ne ha firmate 30 e sa che qualcuna è stata accettata.

Sono tante le piccole fedi religiose che negli Usa si sono dichiarate contrarie alla vaccinazione, come la chiesa scientista o i gruppi hamish. Ma possono esserci anche casi più estremi. La Commissione per le pari opportunità di lavoro ha specificato che le obiezioni religiose non devono essere riconosciute da una religione organizzata e possono essere credenze nuove, non comuni o che "sembrano illogiche o irragionevoli agli altri". Questo significa, ci spiega Maria Luisa Lo Giacco - professore associato di Diritto ecclesiastico e canonico nell'Università degli Studi di Bari "Aldo Moro" - che posso un giorno dichiarare di credere nel Dio Lampadario (per dirne una) sostenendo di essere costretto dai suoi precetti a sottrarmi alla vaccinazione. Per questo molti Stati hanno chiesto che l'esenzione sia certificata e nonostante questo molte corti distrettuali stanno respingendo questi ricorsi.

La questione lascia spiazzati gli stessi datori di lavoro, che non sanno bene come comportarsi in questi casi, fino a che punto possono spingersi con le loro richieste. Mat Staver, fondatore e presidente di Liberty Counsel, un'organizzazione legale cristiana conservatrice, ha affermato che il suo gruppo ha ricevuto più di 20.000 domande sulle esenzioni religiose nelle ultime settimane. La stessa organizzazione ha intentato causa contro i funzionari di New York per i tentativi dello stato di negare le esenzioni religiose agli operatori sanitari. Non solo, scrive il Nyt che a Tucson, in Arizona, 291 lavoratori hanno chiesto esenzioni religiose. La città ha incaricato quattro amministratori di smistare le richieste. Finora ne  hanno approvato poco più della metà e ne hanno negate 15. Alcuni privati scelgono la linea dura. United Airlines ha detto ai lavoratori che coloro che ricevono esenzioni religiose saranno posti in congedo non retribuito.

Negli Usa il discorso delle religious exemption non riguarda solo i vaccini, ma tanti altri ambiti. La dottoressa Lo Giacco cita ad esempio le leggi sulle adozioni dei bambini: "Molti Stati della Federazione americana prevedono la possibilità per gli omosessuali di accedere all'adozione, ma poiché molti enti che curano le procedure per l'affido sono religiosi, hanno cominciato a chiedere un'esenzione: non vogliamo applicare la legge perché non riconosciamo l'unione". Tornando alla questione vaccinazione, il caso statunitense non può applicarsi al panorama europeo.

"Gli Stati Uniti sono un caso particolare alla luce del loro ordinamento giuridico" spiega Vincenzo Pacillo, professore ordinario di diritto ecclesiastico e canonico all'Università di Modena e Reggio Emilia, "L'obbligo vaccinale non è percepito a livello di federazione, ma a livello statale. Ogni singolo stato stabilisce quali sono obbligatori, quali servono per andare a scuola, eccetera. Spesso le leggi di questi singoli Stati prevedono una clausola che prevede l'esenzione religiosa". Nel nostro ordinamento e in Europa in generale la questione è diversa: "Sono pratiche normate dallo Stato e non sono previste clausole di esenzione per questi motivi. In Europa il diritto fondamentale alla libertà religiosa trova sempre dei limiti di fronte la necessità di tutelare la vita e la salute delle persone. Questo è il motivo per cui, ad esempio, generalmente non è previsto per genitori Testimoni di Geova, opporsi alla trasfusione del figlio minorenne". La Corte europea dei diritti dell'uomo si è espressa su un caso in Repubblica Ceca, ci ricorda la dottoressa Lo Giacco. I ricorrenti contestavano l'obbligo vaccinale per motivi religiosi, ma la risposta è stata netta: "Nel nostro continente esenzioni sul tipo statunitense non sono pensabili".

Non solo la religione per dire no al vaccino, qualcuno ne fa una questione di coscienza. A gennaio 2021 - quando la campagna era agli inizi e la precedenza veniva data allo staff degli ospedali - l'Alto Adige, visto l'alto numero di "obiettori" tra il personale sanitario e quello nelle Rsa, iniziò in anticipo la vaccinazione anti-Covid degli over 80 e di altre categorie a rischio. "Nel nostro ordinamento la Corte Costituzionale ha detto chiaramente che la libertà di coscienza è una libertà fondamentale, ma deve essere disciplinata dalla legislatura, sulla base di presupposti evidenti" spiega il professor Pacillo. "Se il legislatore non l'ha stabilità, l'obiezione di coscienza è priva di effetti giuridici. Essendo la coscienza qualcosa di individuale chiunque potrebbe singolarmente trovare delle motivazioni personali per venir meno a un obbligo".