Riunita in sessione straordinaria, la Camera dei Deputati dell'Uruguay ha reso omaggio al Club Atlético Peñarol per il suo 130esimo anniversario dalla fondazione.

La lunga storia di una delle squadre più titolate al mondo è fortemente legata a Pinerolo (Torino), il luogo di origine di Giovanni Battista Crosa, un immigrato che si stabilì in una zona rurale di Montevideo. Il 28 settembre del 1891 nel quartiere poi ribattezzato Peñarol tra gli operai della ferrovia -inglesi, uruguaiani e discendenti di italiani- veniva fondato il Curcc (Central Uruguay Railway Cricket Club) che nel 1913 cambiò denominazione.

Ad aprire l'omaggio della Camera dei Deputati nei confronti del "Carbonero" è stato l'intervento del deputato Pedro Jisdonian (Partido Nacional): "Volevamo scrivere alcune parole per questa giornata, ma è stato davvero molto difficile per noi poter trasmettere alla ragione un sentimento molto profondo. Nel corso della sua storia il Parlamento ha effettuato diversi riconoscimenti e in quest'ottica ci sembrava opportuno rendere omaggio a una delle istituzioni più grandi dell'Uruguay. Il Peñarol è una chiara dimostrazione della società civile organizzata dietro due colori, il giallo e il nero" ha affermato il deputato prima di ripassare le diverse tappe attraversate dal club dagli inizi con un calcio ancora amatoriale fino ai grandi successi raccolti in ambito internazionale con le vittorie in Coppa Libertadores e nell'Intercontinentale. 

A prendere la parola è stata in seguito Susana Pereyra, deputata del Frente Amplio che ha sottolineato gli aspetti sociali di un'identità che va oltre lo sport e rappresenta qualcosa di più profondo: "Voglio riferirmi al Peñarol del popolo, il Peñarol che ha la vocazione operaia fin dalle sue origini perché parlare di questa squadra significa parlare dei tifosi, delle persone e di tutti quelli che provano quell'amore profondo, quella passione così genuina". Sulla solidarietà e sulla responsabilità ha insistito Pereyra ricordando le numerose azioni benefiche della tifoseria che vengono portate avanti nelle zone più emarginate del paese accompagnate "dall'impegno del club nella lotta contro tutte le discriminazioni" a partire da quelle di genere.

Ex membro del consiglio direttivo, per Sebastián Sanguinetti del Partido Colorado il riconoscimento del Palacio Legislativo è stato anche un'opportunità per ricordare le vicende personali e analizzare i tratti sociologici di questa storia: "Il Peñarol fa parte della mia vita da quando ho memoria. Uno dei ricordi più belli che porto sempre con me è quando a 14 anni, con i soldi del mio primo lavoro, sono riuscito a comprare la mia prima maglietta che conservo ancora oggi". "Il quartiere dove nacque il club" -ha proseguito Sanguinetti- "è stato un ambiente di fusione culturale, la più grande concentrazione operaia del paese dove convivevano gli immigrati europei. Mentre un pezzo dell'Inghilterra industriale cresceva, allo stesso tempo cresceva anche la passione per questo nuovo sport che entrerà a far parte della cultura nazionale. Il Peñarol è stato un fattore di integrazione sociale per gli immigrati dell'Uruguay di allora uniti dalla passione per gli stessi colori".

La sessione della Camera dei Deputati si è conclusa con il discorso di Eduardo Lust di Cabildo Abierto che ha riassunto bene il sentimento comune a molti uruguaiani che vivono il calcio come una fede religiosa in una delle nazioni più laiche del mondo: "Vorrei dare un approccio un po' diverso al dibattito. In oltre duemila anni tutti gli stati sono nati e scomparsi mentre le religioni sono sopravvissute. E il Peñarol è una religione. Dalla sua fondazione e con tutto quello che è successo dopo in Uruguay, il club è sopravvissuto a tutto accompagnando le trasformazioni che il paese ha vissuto. Bisogna riconoscere il ruolo svolto dal club in questi 130 anni, una parte imprescindibile dello sviluppo dell'Uruguay come nazione".